Dalle piazze la lotta antifascista del 25 aprile si sposta sulla candidatura di Vannacci

Dopo l’annuncio di Matteo Salvini sul generale schierato con la Lega le sinistre insorgono: “Uno schiaffo della destra alla memoria storica”.

Roma – Un 25 aprile all’insegna della tensione delle piazze, delle solite scaramucce politiche, delle accuse reciproche sull’antifascismo. Un 25 aprile in cui lo stato d’allerta per le proteste e i cortei è stato altissimo, ma come sempre molto ideologico. Talmente ideologico che a un certo punto, quando il segretario della Lega Matteo Salvini ha annunciato la candidatura ufficiale del generale Roberto Vannacci si è scatenato il putiferio, ovviamente delle opposizioni che gridano allo scandalo che ciò sia avvenuto proprio nel sacro giorno della Liberazione.

E la “minestra riscaldata” dell’antifascismo è diventata buona pure per la candidatura del generale, che prova a sminare il campo così: “Sarò un candidato indipendente che si federa con la Lega, combatterò per i miei valori, i miei principi che ho già illustrato insieme al partito che li condivide in buona parte. La mia idea di tradizione, famiglia, cultura, identità e società verrà così promossa a livello europeo”. Ma le fibrillazioni sinistre si agitano. “Una provocazione alla Giornata della Liberazione” del vicepremier Salvini, attacca il deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. Lui che non ha schierato nessuna figura divisiva sull’antifascismo Ilaria Salis docet – non ci sta a questa provocazione.

Matteo Salvini e Roberto Vannacci

Bonelli aggiunge che questa decisione “porta un partito di governo a fare propri i programmi xenofobi contro i gay, contro chi è migrante, contro gli ambientalisti. La Meloni dovrà dirci se condivide la linea xenofoba della Lega e lo slogan di più Italia meno Europa”. Su X Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, commenta: “Non giudico nessuno, voglio solo dire che le idee ed i progetti di Stati Uniti d’Europa saranno diametralmente opposte a quelle del generale Vannacci e della Lega”. Salvo poi giudicare: “Ecco come si costruisce una carriera politica. Prima si autoproduce un libro pieno di amenità, soprattutto se scritte da un generale, poi grazie a quelle amenità si diventa un personaggio televisivo. Poi arriva un Salvini qualsiasi, ad offrire un posto da capolista alle prime elezioni previste in calendario”.

Non poteva mancare il commento di Alessandro Zan, deputato Pd, anche lui candidato alle prossime elezioni europee. “L’annuncio della candidatura di Vannacci da parte della Lega nel giorno della Festa di Liberazione è un ulteriore schiaffo della destra di governo alla memoria e ai valori antifascisti. Orgoglioso di portare avanti in questa campagna elettorale idee esattamente opposte alle sue”, scrive su X l’ideatore del ddl sull’omotransfobia naufragato in Parlamento. Idee contrapposte che ovviamente hanno già scatenato le polemiche quando era uscito il best seller del generale “Il mondo al contrario”. Anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi trasforma la festa della Liberazione nell’attacco politico a Vannacci e alla Lega.

Alessandro Zan

“Per festeggiare il 25 Aprile – scrive sui social Magi – e la liberazione dall’occupazione militare dal nazifascismo, Salvini annuncia la candidatura di Vannacci, un militare criptofascista che dice di non potersi definire antifascista perché nella Costituzione non c’è mai questa parola, ignorando che la Costituzione Italiana è stata scritta proprio come reazione alla dittatura di Mussolini e al baratro della Seconda Guerra
Mondiale in cui ci ha condotto insieme alla Germania Nazista di Adolf Hitler”. Polemizza anche Antonio
Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana e candidato del Pd alle prossime elezioni europee nel collegio Italia Centrale.

“La Lega ha ufficializzato oggi la candidatura alle europee del generale Vannacci, colui che ieri – scrive Mazzeo – aveva detto: ‘Rifiuto di dirmi antifascista e il 25 aprile me ne vado al mare’. Noi, invece, il 25 aprile lo abbiamo trascorso col Presidente della Repubblica, rivendicando con forza e orgoglio il nostro essere,
oggi e sempre, antifascisti. E sono ancora più convinto ed orgoglioso, l’8 e 9 giugno prossimi, di potermi candidare a costruire un’Europa opposta a quella che vorrebbe Vannacci”. 

E siccome gli attacchi vengono da tutte le parti quando si parla del generale in campo, a lanciare una frecciata ci pensa pure Paolo Grimoldi, ex deputato leghista ed ex segretario della Lega Lombarda. Ha il dente avvelenato, non le manda a dire: “Vannacci alle europee? Viene confermato che candidiamo chiunque a prescindere, che è un cartello elettorale e non una forza politica con dei programmi, delle idee e delle proposte. Candidiamo tutto e il contrario di tutto, candidiamo la qualunque semplicemente per raccattare tre voti, ma senza alcun progetto politico”, ha sottolineato.

Più si diffonde la notizia di Vannacci candidato, più scompaiono le originarie tensioni di piazza che agitavano la politica e le forze dell’ordine visto lo scenario predominante della guerra in Medioriente. Resta sullo sfondo la querelle eterna sinistra-destra sull’antifascismo, ma viene da chiedersi se davvero qualcuno – soprattutto nell’ala dei sinistri che ogni anno sfilano in pompa magna nelle cerimonie del 25 aprile – sia interessato ai veri valori della Resistenza. Perché basta un soffio di vento, la comparsa del generale sulla scena delle europee, che la Liberazione passa in secondo piano per lasciare spazio alla contesa elettorale per Bruxelles.

La manifestazione del 25 aprile a Milano

In ogni caso, prima che arrivasse il ciclone Vannacci, pronto sempre a far discutere, la politica era più o meno appiattita sulle frasi più adatte al 25 aprile che girano attorno alle parole chiave di sempre: liberazione, Resistenza, antifascismo. “Liberiamo la festa del 25 aprile da chi la tiene in ostaggio, diventi finalmente la festa di tutti”, aveva scritto in un post su X il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. “Il 25 aprile sia una giornata di pacificazione e unità, che faccia sentire tutte le italiane e tutti gli italiani autenticamente protagonisti della vita della nostra Repubblica. Viva l’Italia”, ha detto sempre su X Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia.

La premier Meloni aveva aperto la giornata con un messaggio istituzionale, nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che, ha sottolineato “con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà“. E quando al vicepremier Salvini, a Milano, chiedono se è antifascista – domanda delle domande – lui replica:  “Il governo è antifascista, mi sembra evidente. Ma poi, qualcuno ha nostalgia del fascismo? No, spero di no”.

Un commento soft quello del leader del Carroccio sul 25 aprile, mentre si rincorrevano le polemiche per la presentazione del suo libro “Controvento” a Milano – nel giorno della Liberazione – e prima che lanciasse la mina Vannacci. Dopo l’annuncio della candidatura del generale niente è stato più come prima. Quasi ci si è dimenticato delle celebrazioni, dei picchetti, delle bandiere e degli scontri in nome dell’antifascismo, e si è scoperto il vero volto della politica. Quello in cui vincere sull’avversario, al di là dell’ideologia, è l’obiettivo principale.

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