Dalla cinematerapia alle mostre ai libri, l’arte come panacea di tutti i mali

Secondo quanto emerso dalla ricerca, essere coinvolti dal punto di vista estetico, innesca un processo benefico che investe tutti i livelli.

Roma – Arte e salute un’accoppiata vincente! Alto che farmaci, è l’arte la panacea per tutte le malattie, o quasi! Qui si intende l’arte nelle sue varie espressioni: libri, film, musei, mostre e così via. Questi strumenti vengono utilizzati per la riabilitazione e come terapia complementare a quella medica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha condotto, negli ultimi vent’anni, una vasta ricerca e dopo tanta fatica ha riconosciuto il valore delle arti come mezzi che procurano benefici alla salute dei pazienti. Inoltre, ha esortato le politiche sanitarie ad investire in percorsi culturali e artistici, soprattutto a favore dei più svantaggiati.

Come è ridotta la nostra sanità, con carenza di personale e smantellamento del servizio sanitario pubblico, è un’esortazione che cadrà nel vuoto, perché altre sono le incombenze. La sola… arte che i nostri governanti conoscono a menadito è quella di sistemare i loro accoliti e badare ai propri interessi. L’arte, quella vera, autentica, non è nelle loro corde. Mentre il popolo ignaro sembra pascolare come un gregge! Secondo quanto emerso dalla ricerca, essere coinvolti dal punto di vista estetico, innesca un processo benefico che investe il livello cognitivo, l’immaginazione e le emozioni. Inoltre, essendo tutti i sensi partecipi, il benessere non è solo psicologico, ma anche fisiologico, con una minore quantità di stress prodotto, miglioramento delle risposte immunitarie e del sistema cardiovascolare.

L’Università di Pavia, da anni, si occupa degli effetti positivi che l’arte produce sui paziente. Già alle persone sane, frequentare mostre, musei e quant’altro, provoca una sorta di effetto preventivo. Per questi motivi andrebbe incentivato l’accesso per tutti ad ogni manifestazione artistica. Con ulteriore perentorietà, bisogna garantire alle persone più fragili l’accesso ad eventi che riguardano l’arte. Grazie alle neuroscienze, oggi si conoscono le aree del cervello che vengono attivate attraverso la stimolazione delle emozioni, le cui intensità vengono misurate dal molto o poco afflusso di sangue. La grande espressività delle arti figurative, ad esempio, è molto ultile, quando non si hanno più parole a disposizione.

E’ il caso di reparti psichiatrici, in cui i pazienti vengono invitati a comporre dei disegni, attraverso cui capita che possa emergere una fragilità inespressa  o un rapporto che non funziona. Gli effetti positivi di questo tipo di approcci sono confermati dalla brillante esperienza di “Medicinema”. Si tratta di un’organizzazione no profit, nata nel 2013 che ha realizzato il primo progetto nazionale e attraverso il cinema e la cultura ha influito con successo sulla qualità della salute. Dal 2014 trasmette film in ospedali e case di cura, a scopo terapeutico. Oltre a questo, organizza percorsi formativi per la prevenzione e l’assistenza alle persone fragili, alle famiglie e ai caregiver.  La proiezione è scelta da uno specialista in base alla patologia di cui si soffre.

Questa modalità è stata definita “cinematerapia” e i dati disponibili suggeriscono un miglioramento sia della qualità della vita del malato, che dei tempi di guarigione. L’idea è che stando in uno spazio all’interno dell’ospedale, ma diverso nella struttura, i pazienti possano avvertire la sensazione di essere fuori da esso.  Ad avere riscontri benefici sono stati i bambini, gli anziani, le donne vittime di tumori ginecologici e i pazienti neuropsichiatrici. L’arte, quindi, in tutte le sue manifestazioni, artistiche, cinematografiche, teatrali, è proprio una vera panacea: fa bene all’autore e ai fruitori!

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