Curatrice indagata per peculato, autoriciclaggio e frode informatica

L’indagine svela una triste storia di sottrazione: una curatrice si appropria indebitamente del patrimonio di una persona disabile per oltre un decennio. Sequestrati 2 milioni alla famiglia dell’ex body builder Mauro Rozza.

Milano – La Procura della Repubblica ha delegato la sezione di polizia giudiziaria – aliquota Guardia di Finanza – a dare esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Pubblico Ministero in caso d’urgenza cx artt. 321 e segg. c.p.p., convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari, fino alla concorrenza di € 954.776,78 nonché al sequestro ex artt. 240-bis c.p. di tutti i beni di cui non fosse giustificata la lecita provenienza nei confronti di una curatrice di una persona inabilitata ed i suoi stretti familiari, indagati per i reati di peculato, autoriciclaggio e frode informatica.

Il provvedimento cautelare ha riguardato i saldi depositati su conti correnti, n. 12 immobili siti nei comuni di Milano e Riccione, n. 4 veicoli, di cui una Ferrari 488 Spider e il contenuto di nr. 2 cassette di sicurezza, al cui interno sono stati rinvenuti circa € 750.000,00 in contanti e nr. 6 orologi di pregio, per un valore complessivo di stima pari ad oltre 2 milioni di Euro. In aggiunta, è stata eseguita la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti dei tre indagati, disposta dal medesimo Giudice per le indagini preliminari su richiesta di questa Procura della Repubblica.

750 mila euro in contanti

In tale ambito, le investigazioni condotte dalla Sezione di P.G. – aliquota Guardia di Finanza – hanno permesso di acclarare -secondo l’impostazione accusatoria – che una curatrice, amica di lunga data della famiglia del soggetto inabilitato e nominata dal Giudice Tutelare per prestare assistenza negli atti eccendenti l’ordinaria amministrazione, ha depauperato il patrimonio dell’ inabilitata sottraendole, nel periodo dal 2011 al 2021, complessivi € 1.372.976,78.

La sistematica e progressiva appropriazione delle somme sopracitate da parte della curatrice – con il
costante e reiterato concorso del proprio coniuge e del figlio -ha permesso di creare una riserva di denaro
utilizzata dapprima per la sottoscrizione di investimenti in titoli, poi utilizzata dal figlio, il quale ne ha
potuto beneficiare conducendo uno stile di vita estremamente elevato al termine della misura di sicurezza
cui è stato sottoposto.

Tale condotta, infatti, si inserisce temporalmente nel periodo immediatamente successivo alla sentenza emessa, verso la fine del 2010, nei confronti del figlio della stessa curatrice, cx campione italiano di pesi massimi di body building, reo confesso di aver ucciso la propria moglie nell’aprile 2009 con decine di coltellate, assolto per vizio totale di mente con l’applicazione della misura di sicurezza del ricovero presso un ospedale psichiatrico giudiziario per anni 10 (misura ridotta ad anni 5 con sentenza di appello), poi revocata nell’ottobre del 2014 dal Magistrato di sorveglianza che ha ravvisato la cessata pericolosità sociale.

L’illecito arricchimento della curatrice ai danni della persona inabilitata, beneficiando del fatto che fosse ospite presso una casa di cura, è avvenuto con modalità che si sono modificate nel tempo per aggirare i controlli; inizialmente con bonifici allo sportello e con l’emissione di assegni bancari disposti a proprio favore e del figlio, poi con bonifici utilizzando il sistema informatico di home banking e, successivamente, anche con numerosi prelievi in contante, fino ad appropriarsi indebitamente di complessivi € 1.372.976,78.

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