L’animato botta e risposta tra il deputato di Forza Italia e il segretario dell’Associazione nazionale magistrati sul fenomeno.
Roma – “Insieme alla separazione delle carriere occorre affrontare il tema dei magistrati fuori ruolo che lavorano nei Ministeri anziché nei Tribunali. L’Anm, per contrastare la riforma, paventa il rischio inesistente del Pm sottoposto all’esecutivo, parla di alterazione dei poteri dello Stato, ma chissà perché resta in silenzio di fronte a questo plotone di toghe che rappresentano plasticamente il potere giudiziario nella pancia dell’esecutivo”. Lo scrive in una nota Enrico Costa, deputato di Forza Italia.
Costa sottolinea come siano “circa 120 solo tra uffici di diretta collaborazione del Ministro della Giustizia, uffici di Amministrazione di via Arenula, Dap, Ispettorato, altri Ministeri, incarichi internazionali ecc. Questi magistrati distaccati sono soggetti ai Ministri di turno, ma le correnti dell’Anm restano silenti, perché fanno comodo tanti magistrati a scrivere norme o rispondere a interrogazioni o a fare le ispezioni nei Tribunali”.
Alle parole del deputato di Forza Italia, replica il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Salvatore Casciaro: “L’onorevole Costa, da avvocato penalista, segue la scia delle Camere penali ed è ossessionato dal ‘plotone di toghe’ che stanno al ministero, ‘scrivono norme’ e ‘rispondono a interrogazioni’ ma non è in grado di allargare lo sguardo sugli avvocati – un vero e proprio reggimento, pari quasi al 20% delle due assemblee legislative – che siedono in Parlamento e propongono e approvano norme in materia di giustizia, restando simultaneamente impegnati nel quotidiano svolgimento dell’attività professionale nei tribunali e nelle corti. Mi pare ci si concentri troppo sulla pagliuzza e non si guardi alla trave”, conclude.