Svelato un sistema fraudolento di un individuo che, nascondendo il suo operato attraverso la creazione di cooperative sociali senza “apparente” scopo di lucro intestate a prestanome, ha accumulato un debito verso il Fisco per oltre 700mila euro.
Chieti – Il Comando provinciale del capoluogo abruzzese, utilizzando lo “strumento” delle indagini finanziarie e con l’approfondimento delle segnalazioni per operazioni sospette pervenute dal Nucleo speciale di Polizia valutaria, ha concluso un’attività che ha permesso di individuare un sodalizio criminale dedito alla commissione di reati di bancarotta fraudolenta e documentale, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale.
I militari del Gruppo di Chieti – con il coordinamento della procura della Repubblica teatina – hanno disvelato un sistema fraudolento posto in essere da una persona fisica che, con la complicità di un professionista, schermando il suo operato attraverso la creazione di cooperative sociali senza “apparente” scopo di lucro intestate a prestanome, ha accumulato un ingente debito nei confronti del Fisco, per oltre 700mila euro.
Aspetto fondamentale nell’indagine è stato quello di aver appurato l’utilizzo “distorto” della forma giuridica della cooperativa, volutamente replicato per anni, così da alimentare un “sistema di frode” finalizzato a distrarre i proventi e dissimulare il progressivo indebitamento nei confronti di creditori, ma anche a sottrarsi in maniera fraudolenta al pagamento delle imposte.
L’artificio societario era finalizzato a svuotare di ogni bene ed utilità le attività economiche gestite dal soggetto (due cooperative e un’associazione) ormai in avanzato stato di decozione, prima che i legittimi creditori o l’Erario potessero vantare pretese o richiederne il fallimento. Inoltre, al fine di recare pregiudizio ai creditori, la documentazione contabile è stata volutamente occultata dai soggetti coinvolti, in modo da non consentire la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari.
È emerso, altresì, che il principale indagato ha preordinato la creazione di operazioni commerciali di fatto oggettivamente inesistenti, generando un’esposizione debitoria sempre crescente nei confronti dello Stato e degli enti previdenziali.
Ulteriori approfondimenti investigativi a completamento del definito quadro probatorio, consentivano di individuare un portale di un noto sito di aste on-line attraverso il quale il dominus ha definito numerosi acquisti di vini, monete e quadri di considerevole valore.
Su richiesta della procura della Repubblica di Chieti, i finanzieri del Gruppo hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, attraverso il blocco di conti correnti e polizze assicurative, per un importo pari a circa 300mila euro, unitamente a 82 dipinti e 34 bottiglie di vino tutti da periziare fino a concorrenza del debito erariale maturato.
Al termine delle indagini, le Fiamme Gialle teatine hanno deferito, a vario titolo, all’A.G. un lavoratore autonomo, un professionista ed un soggetto con ruolo di prestanome per i reati sopra menzionati.