L’ex premier accusa ‘Ha rovinato l’immagine dell’Italia’. La dura replica dell’ex sottosegretario ‘Lui leader per sbaglio’.
Roma – Come dice il proverbio cinese erano “sulla riva del fiume” aspettando impazientemente – in Cina però sono più saggi e sanno mantenere la calma – che “passasse il cadavere” del ‘nemico’ Vittorio Sgarbi. I grillini chiedevano ossessivamente e a gran voce la sua uscita di scena, invocando le dimissioni del critico d’arte dalla carica di sottosegretario alla Cultura che poi sono arrivate. Ma il fiume della politica italiana è pieno di “cadaveri”, politici o politicanti, caduti o in procinto di cadere, nelle acque gelide delle inchieste, dei fuochi incrociati e delle trappole del nemico.
Ma se è vero che esiste – almeno per il filosofo Eraclito – il fiume del ‘panta rei’ dove tutto scorre e non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua, il Movimento 5 Stelle potrebbe restare vittima di questa foga manettara. Perché dall’altra parte, nello stesso fiume c’è sempre un buon nemico pronto ad attendere il tuo di “cadavere”. Basta avere pazienza, quella che i pentastellati non hanno: subito, qui e ora, si deve emergere seppellendo gli avversari prima che il mondo si accorga della loro inesistenza.
Le dimissioni di Sgarbi? “Noi ci siamo battuti con tenacia per ottenere questo risultato. Avremmo voluto – dice con pacatezza professorale e avvocatesca Giuseppe Conte, a margine dell’assemblea regionale, a Faenza, del M5S Emilia Romagna – che si arrivasse prima, non dimentichiamo che siamo stati sui giornali internazionali più importanti per questa notizia che ha danneggiato l’immagine dell’Italia. La presidente Meloni doveva prendere in mano questa situazione ben prima ed evitare questa scheggia forte al prestigio dell’Italia”. Per Meloni “è facile criticare l’amichettismo di sinistra, quando si tratta invece dell’amichettismo di destra o del familismo si gira dall’altra parte”, ha aggiunto l’ex premier.
Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio, parafrasando ‘Bocca di Rosa’ di De Andrè, e l’avvocato del Popolo che si sente come Gesù nel Tempio ha deciso di guidare la cordata moralista, come si addice al partito nato per aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Che poi non ci sia mai riuscito questa è un’altra storia.
E infatti Vittorio Sgarbi, a cui non sono andate giù le grida di giubilo della sua disfatta dagli spalti del M5S, gli rende pan per focaccia. “Non ho bisogno di utilizzare lettere anonime, come fanno i suoi compagni di diffamazione, per dire che Conte è un esempio di immoralità politica e di inadeguatezza culturale”, tuona l’ex sottosegretario.
Il critico d’arte prosegue: “Come è diventato capo del partito di Grillo, per caso o per sbaglio, così è diventato professore senza titoli e senza merito, come dimostra il suo curriculum e la protezione baronale di cui si è avvalso. Sono pronto a misurare le sue pubblicazioni con le mie per dimostrare sul piano qualitativo e quantitativo la sua inadeguatezza e la sua immoralità. Il suo curriculum è pornografico, come i concorsi universitari che ha vinto senza merito”.
Ecco, la replica – come sempre soft – di Sgarbi si trasforma nella corrente gelata del fiume dove l’Avvocato del Popolo fremeva per vedere il suo passaggio. Da qui la provocazione alla trasmissione di Sigfrido Ranucci, spesso impegnata a gettare fango sul centrodestra: “Invito Report a fare uno dei suoi servizi sulla carriera universitaria di Giuseppe Conte”.
Quale sia il vincitore nella gara di curriculum tra Conte e Sgarbi non ci è dato sapere. Quello che sappiamo è invece che il leader di quel che resta del Movimento 5 stelle, ha il pallino di impallinare gli avversari con le sue evocazioni moralistiche. Da quale pulpito, verrebbe da dire. Perché il suo fiume in piena sulle lezioni di trasparenza, disciplina e correttezza comincia a essere pieno di “cadaveri” grillini.