Consiglio d’Europa: “Migranti maltrattati nei Cpr italiani e sedati con psicofarmaci”

Lo dice il rapporto dell’organo anti-tortura redatto dopo la visita condotta ad aprile in quattro dei 9 centri operativi nel nostro Paese.

Bruxelles – Nei centri di permanenza per i rimpatri in Italia i migranti sono maltrattati e sedati con psicofarmaci. Lo denuncia il Consiglio d’Europa in un rapporto redatto dopo la visita condotta tra il 2 e il 12 aprile in 4 dei 9 centri operativi in Italia. L’organo anti-tortura del Consiglio d’Europa, il Cpt, afferma di “aver riscontrato diversi casi di presunti maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte di agenti di polizia”. Inoltre, nel report si rileva “la pratica diffusa della somministrazione di psicofarmaci non prescritti e diluiti in acqua, come documentato nel centro di Potenza”.

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha pubblicato oggi il rapporto sulla sua visita in Italia nell’aprile 2024, insieme alla risposta delle autorità italiane. Il Comitato è un organo del Consiglio d’Europa, l’organizzazione che si occupa di diritti umani e che non ha nulla a che vedere con le istituzioni dell’Unione europea. La visita – riferisce il Comitato in una nota – si è concentrata sul trattamento e sulle condizioni di detenzione dei cittadini stranieri trattenuti in quattro centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) chiusi a Milano, Gradisca, Potenza e Roma. Il CPT ha riscontrato diversi casi di presunti maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte di agenti di polizia nei confronti di cittadini stranieri trattenuti nei CPR visitati, solitamente a seguito di disordini o atti vandalici nei centri.

Cpr di via Corelli a Milano

Il rapporto evidenzia “l’assenza di qualsiasi monitoraggio rigoroso e indipendente di tali interventi da parte della polizia e la mancanza di una registrazione accurata delle lesioni subite dalle persone trattenute o di qualsiasi valutazione sulla loro origine. Il Comitato è inoltre critico nei confronti della diffusa pratica di somministrazione di psicofarmaci non prescritti diluiti in acqua a cittadini stranieri, come documentato presso il CPR di Potenza. La pratica di trasportare cittadini stranieri in un CPR ammanettati in un veicolo della polizia senza che venga offerto loro cibo e acqua durante viaggi di diverse ore dovrebbe essere rivista. Più in generale, il Comitato è molto critico nei confronti della disposizione fisica e della progettazione dei CPR e in particolare dell’ambiente carcerario, che potrebbe essere considerato simile a quelli osservati dal Comitato nelle unità di detenzione che ospitano prigionieri in regime speciale.

Esempi di “tali elementi includono tripli schermi metallici alle finestre e strutture esterne simili a gabbie. Altre carenze identificate riguardano la scarsa qualità del cibo fornito alle persone detenute e la carenza di scorte di articoli da toeletta. In termini di regime di attività offerte, i cittadini stranieri venivano effettivamente immagazzinati nei CPR, con i relativi appaltatori dei CPR che investivano solo sforzi minimi per offrire alcune attività di natura mirata. Le specifiche di gara pertinenti (Capitolato) non erano state rispettate e il CPT ha osservato che erano state aperte diverse indagini penali contro la direzione di vari CPR. Il CPT ha avuto la netta impressione che l’alto tasso di eventi critici e violenza registrati all’interno dei CPR fosse una conseguenza diretta delle sproporzionate restrizioni di sicurezza, della mancanza di valutazioni individuali del rischio per i cittadini stranieri e del fatto che alle persone detenute non veniva di fatto fornito nulla con cui occupare il loro tempo.

Un’altra immagine del Cpr a Milano

Il Comitato sostiene l’introduzione di una gamma completa di attività mirate, in particolare alla luce dell’estensione del periodo di detenzione fino a un massimo di 18 mesi. In relazione alla fornitura di assistenza sanitaria, l’attuale sistema di medici di base che certificano una persona come idonea alla detenzione in un CPR dovrebbe essere rivisto, per garantire che siano coinvolti medici con esperienza pregressa e conoscenza delle condizioni in un ambiente sicuro. Il CPT ritiene inoltre che lo screening medico delle persone detenute al momento del loro ricovero debba essere migliorato. L’attuale approccio in base al quale varie agenzie di polizia, in particolare gruppi antisommossa e di intervento, forniscono la supervisione della custodia all’interno dei CPR a rotazione non è appropriato.

Secondo il CPT, è necessario creare un corpo dedicato di ufficiali di detenzione adeguatamente formati nelle sfide specifiche della supervisione delle persone poste nei centri di detenzione per immigrati, in particolare per quanto riguarda le capacità interpersonali e la capacità di riconoscere i sintomi di possibili reazioni di stress. Ma a stretto giro arriva la replica del Viminale. Il rapporto del Consiglio d’Europa sui Cpr è “basato su informazioni parziali e incomplete”. Fonti del Viminale ricordano come lo stesso governo italiano, il 15 novembre scorso, aveva già fornito osservazioni dettagliate per rispondere al dossier del
Cpt. Le stesse fonti evidenziano come tutti i trattamenti sanitari, compresa l’eventuale somministrazione di psicofarmaci, sono disposti su indicazione dei medici e all’interno dei Cpr sono previsti anche presidi sanitari. Non risulterebbe peraltro riscontrata la somministrazione impropria di farmaci, “circostanza peraltro mai oggetto di sentenze della magistratura”. 

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