La giovane è stata ritrovata cadavere in un casolare ma non ci sarebbero tracce di sangue accanto ai suoi resti. Aperte tutte le ipotesi: dall’omicidio al gesto estremo.
CASTELPLANIO (Ancona) – Andreea Rabciuc, la giovane di 27 anni sparita nel nulla la notte del 12 marzo 2022, sarebbe stata uccisa e poi nascosta nel sottoscala di un casolare ma non si esclude il suicidio. I resti ossei della campionessa di tiro al volo, lo zainetto verde, le scarpe nere, il giubbottino bianco e brandelli di una maglietta con la stampa di Tom e Jerry, oltre ad un pezzo di sciarpa non sua, sono stati ritrovati all’interno di un edificio abbandonato, in via Montecarottese 26, alla periferia di Castelplanio. In pratica a poco più di due chilometri dalla periferia di Montecarotto dove erano ubicati l’altro casolare e la roulotte in cui la vittima aveva cenato assieme ad amici prima di sparire dopo aver litigato con il fidanzato Simone Gresti. L’uomo, già indagato per sequestro di persona e spaccio di droga, é adesso sotto inchiesta per omicidio volontario.
Il vetusto fabbricato è disabitato da anni e il proprietario, Walter Cardinaletti, ha dichiarato di non essere più entrato dentro l’abitazione da almeno due anni, sino al 20 gennaio scorso quando, assieme al fratello, effettuava un controllo della struttura per poi scoprire il cadavere in un sottoscala. La vecchia costruzione rurale era stata controllata da carabinieri e protezione civile durante le ricerche della giovane e pare che l’ultimo sopralluogo sia stato fatto il 16 marzo 2022 ovvero quattro giorni dopo la scomparsa di Andreea. In quell’occasione i militari non riscontrarono nulla di anormale. A questo punto si possono fare due ipotesi: o durante il sopralluogo gli investigatori non si sarebbero spinti sino al piano interrato oppure il cadavere non c’era. Il corpo senza vita della donna, però, potrebbe essere stato trasferito nel sottoscala in un secondo tempo ovvero dopo il sopralluogo dei carabinieri.
Nel secondo caso il responsabile dell’occultamento avrebbe tenuto d’occhio il casolare aspettando il momento propizio per trasportare il corpo senza vita di Andreea nel piano interrato dove non c’è traccia di sangue. I carabinieri, coordinati dalla Pm Irene Bilotta, proseguono le indagini a tutto tondo. Per altro c’è da dire che a seguito di una prima ricognizione cadaverica, eseguita dal medico legale Adriano Tagliabracci, pare che il cadavere non presenti tracce evidenti di traumi ma si dovrà attendere l’esito dell’autopsia per conoscere le eventuali cause della morte, che potrebbero dipendere anche da un gesto estremo. Per quanto riguarda l’indagato, ora come allora e nonostante la nuova e più pesante accusa, Simone Gresti si professa innocente e alla notizia del ritrovamento del cadavere è apparso sconvolto e affranto dal dolore.
Gresti aveva già riferito una sua versione dei fatti agli inquirenti dichiarando che Andeea avrebbe trascorso una nottata insieme a lui e ad altri due amici in una roulotte parcheggiata accanto alla vecchia casa rurale alla periferia di Montecarotto. Dopo la cena durante la quale i quattro avevano alzato il gomito, Simone ed Andreea avrebbero avuto un lungo litigio e la ragazza, dopo un ulteriore diverbio con l’uomo per alcuni messaggi giunti sul telefonino di lei, si sarebbe allontanata dalla roulotte lasciando al fidanzato il cellulare per poi dirigersi, a piedi, sulla via Montecarottese dove di Andreea si perdevano le tracce.
Percorrendo questa strada, per circa 2 chilometri, si giunge nei pressi del casale dove è stata ritrovata la salma della ragazza dunque che cosa è accaduto in quella drammatica notte? La ragazza sarebbe morta suicida nel sottoscala dove sarebbe rimasta per due anni oppure ammazzata sulla provinciale e poi, solo successivamente, nascosta nella casa abbandonata? La mamma della vittima, Georgeta Cruceanu, è convinta che nella vicenda siano coinvolte più persone:
” Hanno trovato degli abiti che erano i suoi e un dente con un ponte. Lei lo aveva – afferma Cruceanu – Adesso non posso nemmeno più sperare. So che dio la perdonerà per i suoi errori per essere finita nella droga, ma solo perché era fragile. Ora voglio solo giustizia per la mia bambina, chi le ha fatto del male deve pagare. Sono sicura che c’entrano più persone e che l’hanno portata lì dopo…”.