La deputata dem: “Un altro risultato fondamentale è stato l’ampliamento del diritto di voto per i fuorisede tra studenti e lavoratori”.
Roma – “Finalmente abbiamo le date: l’8 e il 9 giugno si voterà sui referendum, compreso quello sulla cittadinanza. Dopo mesi di silenzio e incertezze, è una vittoria per la democrazia e per tutti coloro che si battono per una società più giusta e inclusiva”. Cosi la deputata Pd, Ouidad Bakkali, intervistata per i canali social dei deputati dem.”Un altro risultato fondamentale – prosegue l’esponente Pd – è stato l’ampliamento del diritto di voto per i fuorisede: studenti e lavoratori potranno esprimersi nelle città in cui vivono. Questo è un grande passo avanti per la partecipazione democratica, che sarà cruciale per raggiungere il quorum e rendere effettiva questa consultazione popolare”.
Il quesito referendario sulla cittadinanza riguarda la riduzione del requisito di residenza per i cittadini con background migratorio che vogliono ottenere la cittadinanza italiana. Oggi l’Italia ha una delle normative più restrittive d’Europa: sono necessari almeno 10 anni di residenza prima di poter presentare la richiesta. Un tempo eccessivo, che di fatto esclude tantissimi giovani nati e cresciuti nel nostro Paese da opportunità lavorative e formative, costringendoli a una condizione di precarietà e incertezza, con rinnovi continui del permesso di soggiorno”.

“Ridurre questo requisito da 10 a 5 anni – conclude Bakkali – significa compiere un primo passo verso una riforma più equa. Nella pratica, il tempo di attesa si ridurrebbe da 14 a 9 anni, considerando anche le lungaggini burocratiche che oggi caratterizzano il processo. È inaccettabile che servano fino a 4 anni solo per l’elaborazione di una pratica di cittadinanza. Dobbiamo lavorare per rendere più efficienti questi percorsi e garantire diritti a chi di fatto è già italiano, ma non lo è formalmente. Siamo di fronte a una questione di giustizia e di dignità per oltre 2,5 milioni di famiglie e già dimezzare i tempi aiuterà a uscire da una condizione di italiane e italiani senza cittadinanza perché di fatto lo sono ma non lo sono formalmente”.
A settembre scorso a depositare alla Camera il testo di una nuova proposta di legge era stata proprio la deputata dem Ouidad Bakkali, nata in Marocco e cittadina italiana dall’età di 23 anni. Vissuta a Ravenna dall’età di due anni, la parlamentare dem è una testimone di quanto sia necessaria l’attuale legge sulla cittadinanza. Nel testo presentato da Bakkali, si prevede lo Ius Soli richiedendo un anno di residenza legale per uno dei due genitori e lo Ius Scholae per i bambini che hanno fatto ingresso in Italia entro i 12 anni e che abbiano frequentato la scuola per 5 anni. La seconda parte della norma sarebbe molto in linea con la proposta avanzata da Forza Italia che in estate ha prodotto tensioni nella maggioranza di governo. “Nel computo – spiega Ouidad Bakkali, che a Bologna si è laureata in scienze internazionali e diplomatiche – inserisce anche la scuola dell’infanzia. Inoltre, allineandoci alla maggioranza dei Paesi europei, scendono da 10 a 5 gli anni di residenza continuativa richiesti”.