Specie in Francia il numero dei preti pedofili sarebbe così alto da rimanere basiti se si pensa a quante vittime avrebbero sulla coscienza. Adesso spetta al Sommo Pontefice operare con tolleranza zero. Un’altra croce da sopportare e che si aggiunge, negli anni, a quella degli scandali finanziari e delle persone scomparse in Vaticano.
Roma – Lo scorso autunno l’opinione pubblica mondiale, e francese in particolare, rimase sconvolta dalla diffusione del dossier sugli abusi sessuali all’interno della Chiesa Cattolica francese. Jean-Marc Sauvé presidente della commissione d’inchiesta indipendente CIASE (Commissione Indipendente sugli Abusi Sessuali nella Chiesa), dichiarava alla stampa senza mezzi termini:
“…Migliaia di pedofili hanno operato all’interno della Chiesa francese dal 1950. Il problema degli abusi sessuali nella Chiesa è venuto alla luce solo negli ultimi decenni, ma molti sapevano ed hanno preferito tacere lasciando ferite irreparabili nelle vittime…”.
Le alte autorità ecclesiastiche si sono sempre comportate come lo struzzo ovvero mettendo la testa sotto la sabbia. Per non vedere le nefandezze perpetrate da prelati che, abusando del potere esercitato dall’abito talare, hanno commesso reati abominevoli.
Jean-Marc Sauvé, già vice-presidente del Consiglio di Stato e segretario di diversi Governi, in un anno e mezzo di ricerche in cui sono state raccolte testimonianze e documenti su prelati e collaboratori della Chiesa a livello mondiale, ha scoperto numeri davvero incredibili.
Si è parlato di circa 3200 preti e altri membri religiosi ritenuti colpevoli di pedofilia. Un numero sottostimato, che ha fatto tremare le fondamenta della Chiesa francese. E’ spaventoso l’altissimo livello di violenza sessuale esercitata soprattutto sui minori. Pare che oltre il 10% di giovani francesi abbia subito violenza sessuale durante l’adolescenza. Una percentuale terrificante, pari a 5,5 milioni di francesi sopra il 18 anni, su 51,4 milioni del totale.
Scorrendo i dati vengono i brividi. Il 62% delle vittime che hanno contattato la Commissione sono uomini. Di questi l’80% ha più di 50 anni. Il filo conduttore di ognuno è stata una grande sofferenza, accomunata da una sorta di rimozione dell’accaduto che ha prodotto solo oblio. Soprattutto se pensiamo al contesto storico e culturale degli anni ’50.
Molti hanno tentato di far uscire il macigno che si portavano dentro, ma spesso non sono stati creduti, né presi sul serio. Finendo poi per sentirsi “sporchi“, colpevoli di essere vittime. E’ naturale manifestare solidarietà umana a quanti, lacerati dentro, non sono tuttavia riusciti a confessare gli abusi subiti.
Secondo la Commissione, quella scoperta è, con molta probabilità, solo la punta di un iceberg che in realtà è molto più esteso. Papa Francesco, molto attivo in questo ambito, anche se le resistenze interne sono tante, ha dichiarato: “…Sarà una croce, ma servirà a far luce!..”.
Una croce lo è stata sicuramente per chi ha visto sconvolgere la propria vita di bambino prima e adolescente poi. Chi ha visto violata, in un’età particolare com’è quella della crescita, la propria intimità in maniera irrimediabile. Chi ha avuto sottratta, con un inaudito atto di ferocia, la propria infanzia. Niente e nessuno potrà mai risarcire vittime immolate sull’altare dello spregio e dello sfregio di qualsiasi valore umano.
La Commissione presieduta da Jean-Marc Sauvé è stata istituita nel 2018 grazie alla Conferenza Episcopale e la Conferenza dei religiosi e delle religiose. L’obiettivo dichiarato era quello di indagare su un tema tra i più complessi e tenuti nell’ombra, quello degli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica. Iniziative lodevoli e da incentivare.
A patto che i responsabili accertati paghino la giusta e doverosa pena di fronte alla legge degli Uomini. Almeno per offrire una riabilitazione, seppur minima, a chi ha avuto il torto di “trovarsi al posto nel momento sbagliato“.