Fatta la legge, scoperto l’inganno? Infatti ci chiediamo quali vie traverse prendano i soldi in più del 5×1000 destinato al Terzo Settore. Le associazioni si ribellano.
Il 5×1000 si perde nelle congestionate strade della burocrazia italiana. Ogni cittadino italiano che paga le tasse, conosce perfettamente il 5×1000 che si versa quando si presenta la propria dichiarazione dei redditi precompilata o tramite CAF o commercialista. Com’è noto si tratta di una quota dell’IRPEF che lo Stato ripartisce su indicazione dei cittadini-contribuenti al momento della dichiarazione dei redditi e destinata alle organizzazioni non profit iscritte negli elenchi dell’Agenzia delle Entrate.
Ma non tutte le risorse versate vanno nella direzione indicata dai cittadini. E noi, ingenuamente, pensavamo che arrivassero a destinazione. Ed invece no! Cosa hanno escogitato le raffinate menti invisibili, decisive e pullulanti i meandri della burocrazia statale? Ad ogni Finanziaria o Legge di Bilancio che dir si voglia, viene deciso (ci sono sconosciuti i parametri con cui vengono fatte le valutazioni) che il 5×1000 non deve superare un certo tetto di risorse, superato il quale attraversa i rivoli limacciosi del bilancio statale. Considerato tutto questo il mondo dell’associazionismo si è ribellato a questo andazzo poco chiaro e truffaldino.
Lo Stato prima chiede dove si desiderano versare quei soldi poi, con un atto di imperio, senza spiegazioni, li devia in altre direzioni. Si sono raggruppate ben 67 associazioni per chiedere il rispetto di quella che è una testimonianza di fiscalità democratica e partecipazione dei cittadini. I nodi sono venuti al pettine perché, fino a qualche anno fa, il tetto stabilito, pari a 525 milioni di euro, bastava a soddisfare tutto il 5×1000. Nell’ultimo biennio si sono registrati introiti aggiuntivi di 28 milioni di euro e di 79.

In pratica queste risorse non arrivano alle associazioni del Terzo settore, defraudate da chi, lo Stato, dovrebbe garantire liceità e trasparenza. L’anno scorso, secondo i dati, cica 18 milioni di cittadini avevano, liberamente, scelto di devolvere il il 5×1000 ad un’associazione operante nel sociale. Si tratta di ben 603,9 milioni di euro, non di bruscolini, ma ne sono stati destinati 525. Quindicsottratti 79, contravvenendo a quanto deciso dai cittadini dichiaranti.
Una sorta di ladrocinio di Stato, non rispettoso della legge che esso stesso ha emanato, ingannando i contribuenti e gli enti destinatari delle risorse. Inoltre, aspetto ancora più deplorevole, a svantaggio di tanti progetti non più spendibili nel sociale, perché inattuabili. L’ultima Legge di Bilancio ha innalzato il tetto a 610 milioni, ma senza un intervento di sistema non sarà mai rispettato, in toto, la volontà dei cittadini. La soluzione sarebbe semplice ed efficace: abolire il tetto! Ma per la nostra classe politica sembra un’impresa titanica, forse hanno paura che possa piovere!
In Italia esistono ben 90 mila associazioni aventi diritto al 5×1000. Non si comprende perché devono essere sottratti i soldi a loro spettanti. Una delle più conosciute è Save the Children, attiva nel nostro Paese attraverso programmi di contrasto alla povertà educativa, grazie a luoghi fisici, i Punti Luce, gratuiti, aperti tutto l’anno, per la fascia d’età 6-17 anni. E’ come se lo Stato avesse deciso, proditoriamente, di spegnere la luce di quella fioca speranza accesasi grazie all’attivismo associativo del volontariato.