Il vicepremier mostra una posizione divergente da Mattarella che aveva appoggiato la decisione della scuola di chiudere per il Ramadan.
Milano – Il vicepremier Matteo Salvini interviene sul caso Pioltello dicendo non solo di giudicare “un arretramento” la chiusura della scuola per la fine del Ramandan, ma anche proponendo la quota massima di “un 20% di bambini stranieri in una classe”. Parole che che arrivano dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva espresso apprezzamento per il lavoro “che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo”. Parole che aggiungono benzina al fuoco già ardente delle polemiche.
Posizione, quella di Salvini, divergente dal pensiero espresso dal Capo dello Stato. “Non credo che in nessun Paese islamico chiudano per la Santa Pasqua o per il Santo Natale – dice il leader della Lega – Finché l’Islam non si darà una struttura e non riconoscerà la parità tra uomo e donna chiudere la scuola mi sembra un pessimo segnale. È un segnale di cedimento e arretramento chiudere per il Ramadan”. Poi rilancia una sua proposta, quella del tetto agli alunni stranieri in aula, già avanzata anni fa dopo il caso di un istituto romano, la Pisacane, dove intere classi erano composte prevalentemente da bimbi immigrati o figli di immigrati.
“Se hai tanti bambini che parlano lingue diverse e non parlano l’italiano è un caos. Bisogna controllare la presenza di bambini. Un 20% di stranieri in una classe è anche stimolante ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare?”, si interroga. A rafforzare la sua tesi ci pensa il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione, ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani”.
Valditara precisa che l’integrazione avverrà davvero se gli alunni stranieri “studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegna approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate”. Il ministro sottolinea come “questa sia la direzione in cui dobbiamo muoverci”, richiamando la proposta avanzata da Salvini.
Chi non ha invece dubbi sulla bontà dell’intervento di Mattarella è Mohamed Pietro Danova, presidente della comunità islamica El Huda di Pioltello. “Le famiglie sono soddisfatte. Il Presidente della Repubblica è il Presidente, è dalla parte dei bambini e sono da apprezzare il suo gesto e il suo pensiero” ha commentato convinto che sia “doveroso da parte nostra sostenere il consiglio di istituto perché la loro è un’idea di umanità. È una integrazione positiva: varie differenze, arricchiscono la prospettiva di convivenza civile”.
A Pioltello intanto le polemiche non si placano. I genitori degli alunni dell’istituto Comprensivo Iqbal Masih, finito nella bufera dopo la decisione di chiudere il 10 aprile nel giorno di fine Ramadan, sono divisi tra chi vede la decisione come un segno di integrazione e chi non condivide la scelta. E arriva un nuovo caso da Renate in Brianza dove la celebrazione di Eid al-Fitr si terrà negli spazi dell’oratorio. “Sarebbe un po’ come celebrare la Pasqua in una Moschea, che senso ha?” si è chiesto il consigliere regionale leghista Daniele Ripamonti. Aprendo il fronte di una nuova polemica.