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Caso Cospito: aumentano le tensioni sul 41 bis

La detenzione al carcere duro e il conseguente sciopero della fame da parte di Alfredo Cospito in segno di protesta contro il carcere duro continua a provocare duri scontri politici.

Roma – Giorgia Meloni mette i puntini sulle i sulla vicenda del terrorista anarchico al carcere duro. Cosi il Premier ha rotto il silenzio di cui era stata accusata dal Pd e dalla sinistra dicendo a chiare lettere che non spetta a lei decidere sulla revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da oltre 100 giorni.

Come abbiamo sempre detto lo Stato non tratta con la mafia e neanche con il terrorismo” – così la presidente del Consiglio – ha ribadito che Cospito è un anarchico che è in carcere perché condannato per il reato di strage e perché ha sparato alle gambe di un dirigente di Ansaldo Nucleare. Gli effetti della diatriba parlamentare non si sono ancora sopiti e sia Donzelli che Serracchiani rimangono sulle proprie posizioni, infastidendo l’opinione pubblica con un teatrino, a cui si sperava non dovere assistere.

Ma la pervicacia di alcuni, che si sentono offesi da valutazioni politiche, non si placa e per tutta risposta pretendono le dimissioni dei parlamentari di FdI, Delmastro e Donzelli, a cui è stata assegnata la scorta per motivi di sicurezza, che hanno provocato l’indignazione di gran parte dei democratici. Legittime le posizioni in un dibattito parlamentare, che però avrebbero dovuto rimanere in quell’alveo, senza straziare il Paese per le presunte provocazioni di cui sarebbero stati destinatari soprattutto coloro i quali hanno fatto visita a Cospito mentre effettuava lo sciopero della fame per la revoca del 41 bis, in accordo con esponenti mafiosi.

Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro Delle Vedove.

Che si vogliono attaccare le istituzioni e rappresentanti dello Stato è indubbio. Le minacce degli anarchici sono credibili e non si può fare finta di niente. In ogni caso, Tajani concorda con Meloni che:

Tutti devono abbassare i toni, in quanto i problemi degli italiani sono altri e proprio quelli dobbiamo affrontare. Il Governo – aggiunge il ministro degli Esteri non ha avuto alcun ruolo in questa vicenda, non c’è stata cioè azione dell’esecutivo che abbia portato a un caso Cospito, ma uno scontro tra parlamentari sul tema del 41 bis che ha coinvolto due partiti. Scontro, peraltro, molto enfatizzato. Non entrando nel merito di chi abbia ragione: c’è un Giurì d’onore che alla Camera si esprimerà su questo caso, affidiamoci alle istituzioni e chiudiamo questa vicenda. Questo deve essere l’anno delle riforme, quello in cui si impostano e il più possibile si portano a termine”.

Ma a fronte dell’opinione della premier e del ministro Nordio, vi è la notizia che la procura di Torino ha espresso il suo parere, dicendosi contraria alla revoca del “carcere duro”. La Direzione nazionale antimafia (Dna), invece, non è stata così categorica, affermando:

Cospito può restare al 41 bis oppure tornare al regime di alta sicurezza, con le dovute cautele. La decisione di applicare il 41 bis inizialmente, presa nel maggio 2022 dalla ministra Cartabia, è stata corretta. Viste, dunque, le nuove circostanze, tra cui una sentenza del Tribunale di Roma che ha assolto alcuni anarchici sottolineando che non era possibile rintracciare alcuna direttiva fornita loro da Cospito dal carcere, si può però valutare un cambiamento di regime”. Il parere della Dna, insomma, non dà un’indicazione netta, ma non esclude la revoca del 41 bis.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Adesso si attende il “responso” della Corte di Cassazione, la quale si deve esprimere in merito alla permanenza o meno del regime di detenzione dell’anarchico. L’udienza è stata anticipata al 24 febbraio. Vedremo. Il ministro della Giustizia fa anche sapere che le conversazioni di Cospito contenute nelle carte che Giovanni Donzelli ha “svelato” alla Camera non erano secretate. In tal modo sia lo stesso parlamentare sia il sottosegretario Delmastro, che gli aveva fornito la notizia, non hanno commesso alcuna violazione. Insomma, non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda. Il piatto è servito e l’attenzione deve essere massima.

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