CARLO CASINI: I DIRITTI DEI BAMBINI

Nel trigesimo della scomparsa di Carlo Casini, deceduto il 23 marzo scorso mentre imperversava il picco della pandemia e le bare dei bergamaschi venivano trasportate dai camion dell’esercito, si ricorda il magistrato e politico democristiano che ha dedicato tutto il suo impegno politico e sociale alla difesa dei diritti del bambino sin dal concepimento. La sua azione culturale e politica, anche se sconfitta dall’esito negativo dei referendum, ha tracciato un solco che rimane indelebile.

A soli 26 anni, nel 1975, Carlo Casini, grazie alla sua intelligenza lucida, alla sua memoria vivacissima e ad una passione per la giustizia, era un giovane pubblico ministero di Firenze. Nel capoluogo toscano cominciò ad indagare sulla “clinica degli aborti”, una struttura assai chiacchierata di Firenze, dove il magistrato fece arrestare e il segretario radicale Gianfranco Spadaccia per “procurato aborto”, vietato dalla legge.
Questo accadimento impose il tema dell’aborto al centro del dibattito politico e tre anni dopo, nel 1978, si arrivò all’approvazione della legge 194, varata per la Tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza, divenuta tout court la legge sull’aborto.
Nel frattempo Carlo Casini lasciò la magistratura e iniziò il suo impegno politico nella Democrazia cristiana come deputato dal 1979 al 1994.
Nel 1981 si era battuto per abolire o modificare la legge 194, divenendo promotore del referendum che non raggiunge il quorum per una manciata di voti.


Attraversando l’Italia in lungo e largo per testimoniare il valore della vita e la responsabilità di tutti ed in particolare dei cattolici, Casini creava una rete di movimenti, collegati al Movimento per la vita (Mpv) istituito il 15 gennaio 1980: i CAV (Centri di Aiuto alla Vita), il Progetto Gemma, le case di accoglienza e tante altre iniziative con decine di migliaia di bambini assistiti durante la nascita al fianco delle loro madri poverissime.
Nel 2005 il parlamentare partecipò attivamente alla formazione del comitato “Scienza e Vita” e alla campagna astensionista sostenuta da milioni di italiani e dalla stessa Conferenza episcopale italiana, con l’obiettivo di impedire il successo del referendum promosso dai Radicali per la modifica alla legge 40/2004 sulla fecondazione assistita.
Stavolta il referendum ottenne il consenso collettivo e la battaglia andò perduta. Eletto parlamentare europeo nelle elezioni del 1984, 1989 e del 1994 Casini, dopo lo scioglimento della Dc, aderisce al Ppi e in seguito passera nelle file del Centro cristiano–democratico (Ccd) e successivamente all’Udc.

Centri di Aiuto alla Vita

Da Eurodeputato ha svolto il compito di presidente della Commissione Affari costituzionali dal 20 luglio 2009 fino a maggio 2014.
La sua ultima battaglia è stata la campagna “Uno di Noi” del 2013, con la raccolta di oltre due milioni di firme a sostegno della petizione europea per la salvaguardia dell’embrione umano e dei suoi diritti.
“…Ogni uomo è titolare di diritti, senza distinzioni o limiti. E, in particolare, lo è il più debole: il concepito non ancora nato…”.
Colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica, dopo anni di crescente sofferenza, nonostante alcune disabilità Casini non aveva rinunziato ad intervenire nelle ultime battaglie sull’eutanasia, che di fatto ha aperto la strada al suicidio assistito.


Giovanni Paolo II che nell’’Enciclica “Evangelium Vitae”, ha posto i cardini della dottrina cristiana sul valore del dono della vita, ha chiamato Carlo Casini a far parte della “Pontificia accademia per la vita” proseguendo la sua missione di “apostolo e missionario della vita che nasce”, coraggioso difensore della famiglia e sostenitore di un’efficace politica familiare, che ha consentito la nascita di 85mila bambini

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