Carceri: si muore ancora in cella, le iniziative politiche per superare l’emergenza

Italia Viva in giro negli istituti penitenziari, il Pd presenta un’interrogazione parlamentare e Avs chiede a Nordio di riferire in Aula.

Roma – Quello di oggi a Venezia, che ha visto protagonista un detenuto di 37 anni – è stato trovato impiccato nella notte con il lenzuolo nella sua cella nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore – è il 56esimo dall’inizio dell’anno. A questi vanno aggiunti i 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Le iniziative politiche e le interrogazioni parlamentari si moltiplicano. E oggi gli esponenti di
Italia Viva si recheranno in carcere per parlare con chi lavora e con i detenuti, per visitare le celle e chi ci abita, i posti di lavoro di agenti, direttori, comandanti, educatori, medici o psicologi.

Davide Faraone andrà all’Ucciardone di Palermo, Enrico Borghi a Verbania, Maria Elena Boschi e Marietta Tidei nel carcere di Civitavecchia, Roberto Giachetti e Gennaro Migliore a Regina Coeli, Luigi Marattin e Ivan Scalfarotto al Beccaria di Milano“. Nel frattempo la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, vicepresidente della commissione Giustizia del Senato sottolinea che “tre suicidi negli ultimi tre giorni nelle carceri italiane a Verona, a Monza e questa notte a Venezia fotografano “una mattanza infinita, indegna di uno Stato di diritto. Il tutto nel silenzio assordante del Ministro della Giustizia Nordio e del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore, il quale non
ha ritenuto importante neanche farsi ascoltare in commissione Giustizia al Senato sul decreto carceri del governo”.

“La destra ha varato un inutile decreto legge – sottolinea Cucchi – che non risolve nessuno dei problemi delle carceri meno che meno il sovraffollamento cronico, neanche citato nel testo del decreto e su cui il ministro
della Giustizia Nordio fa fatica anche a dichiarare. Solo propaganda spiccia. Le carceri italiane sono un posto invivibile, l’inferno in terra, per tutti quelli che lo frequentano: detenuti, polizia penitenziaria, personale civile e volontari. Non si può andare avanti così, il Ministro Nordio venga subito a riferire in Aula”. Il 4 luglio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto-legge presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, di Fratelli d’Italia, che tra i vari punti dovrebbe servire a contrastare il sovraffollamento delle carceri.

In sintesi, gli articoli del provvedimento dicono che tra il 2025 e il 2026 verranno assunti 1000 nuovi agenti di polizia penitenziaria e il sovraffollamento delle carceri sarà ridotto con diverse misure. Il decreto-legge vuole semplificare le procedure per concedere sconti di pena e permettere ad alcune tipologie di detenuti, comprese le persone con tossicodipendenze o disturbi psichici, di seguire percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in strutture residenziali, per un periodo della loro pena. L’attuale governo ha presentato questa misura come una soluzione per affrontare nel più breve tempo possibile un problema strutturale e noto da tempo. Secondo l’opposizione, invece, il provvedimento non sarà né efficace né sufficiente. A esporsi sulla questione è stato soprattutto Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, ex esponente dei Radicali, che da tempo si occupa del tema.

Nel 2022 Giachetti aveva presentato una proposta di legge per estendere la normativa attuale sul rilascio anticipato, che dovrebbe essere discussa alla Camera il prossimo 23 luglio. Il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Pd del Veneto, insorge: “Siamo profondamente colpiti dal nuovo suicidio che si è registrato presso il carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Si tratta di un episodio grave e inquietante che impone una risposta da parte delle istituzioni. Per questo ho provveduto a depositare una interrogazione al Ministro della Giustizia Nordio per chiedere di intervenire tempestivamente. Siamo di fronte al secondo suicidio presso tale struttura dall’inizio dell’anno, il 60mo in Italia”.

Le misure “fin qui adottate dal governo sono insufficienti. Occorre far presto – continua Martella – per scongiurare nuove tragedie e per evitare pericolose tensioni all’interno delle carceri nel pieno rispetto del dettato costituzionale e per assicurare la massima sicurezza anche per gli stessi operatori all’interno della casa circondariale. Servono più agenti di polizia penitenziaria, più psicologi, più psichiatri, riportare i numeri dei detenuti ad un livello di sostenibilità, far funzionare le attività lavorative e i laboratori. E’ questa l’unica strada per rispondere al grido di allarme che viene dal sistema penitenziario veneziano e nazionale”, conclude. Interviene anche la deputata democratica Rachele Scarpa, responsabile Giovani e salute del Pd.

“La notizia del suicidio di un detenuto del carcere di Venezia aggiunge un ulteriore nome a una lista che dall’inizio dell’anno conta già 56 persone – commenta – che hanno deciso di togliersi la vita sotto la custodia dello stato. Ai detenuti si aggiungono inoltre 6 agenti di polizia penitenziaria, che hanno compiuto lo stesso gesto. Bisogna riflettere profondamente sulle origini di quella che è una vera e propria ecatombe e agire in fretta. Il governo sta lasciando completamente inascoltati gli appelli di sindacati, associazioni e garanti che denunciano una situazione insostenibile e disumana: sovraffollamento, mancanza di servizi essenziali, poco personale, insufficienza delle strutture, custodie cautelari in attesa di giudizio troppo lunghe”.

“La strage di Stato nelle carceri non ha fine. Il detenuto trovato impiccato in cella a Venezia è la 60esima vittima. L’interminabile estate di suicidi – fa notare Aldo di Giacomo segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria – risente di molti fattori tra i quali le temperature africane in strutture prive di ogni possibilità di alleviare le sofferenze di detenuti e personale penitenziario per il calore è sicuramente uno dei
fattori scatenanti. È da giorni che chiediamo, inascoltati, le dimissioni del Ministro Nordio e del sottosegretario Del Mastro – aggiunge – che sono convinti di aver risolto ogni emergenza con il recente “decretino carceri”.

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