Carceri “in fiamme”: da Biella al Beccaria di Milano divampano gli incendi in cella

I sindacati di polizia penitenziaria denunciano la situazione fuori controllo. L’Osapp chiede di dichiarare lo stato di emergenza.

Roma – Da Biella al carcere minorile Beccaria di Milano. Gli istituti di pena vanno in fiamme, tra la violenza e la disperazione dei reclusi e la paura degli agenti penitenziari. Si parte dal carcere piemontese dove un detenuto nella notte ha appiccato un incendio nella propria cella. Il fumo che si è sprigionato dalle fiamme ha intossicato l’uomo e i due agenti di polizia penitenziaria intervenuti per domare il rogo. Soccorsi dai sanitari del 118 sono stati portati in ospedale in codice giallo per le cure del caso.

Quello della notte scorsa è solo l’ultimo di una lunga serie di fatti di cronaca all’interno del carcere biellese. Il giorno prima si era verificato l’ennesimo grave episodio di violenza ai danni di un poliziotto penitenziario. Un detenuto affetto da disturbi mentali aveva aggredito con un pugno un agente, semplicemente perché lo aveva invitato ad entrare nella sua camera, mentre invece voleva incontrarsi con un altro detenuto. Solo grazie all’intervento tempestivo di un altro agente e di alcuni reclusi era stato possibile contenere l’aggressore, evitando conseguenze peggiori.

Uno dei tanti incendi nelle carceri italiane

Nelle stesse ore andava a fuoco il Beccaria a Milano: è stato di sei intossicati il bilancio di un incendio scoppiato nell’istituto minorile. Due ragazzi (entrambi di origine nordafricana) sono stati portati in ospedale dal personale sanitario del 118, intervenuto sul posto per coadiuvare l’azione dei vigili del fuoco. Le fiamme sono scoppiate all’interno di una cella, interessando un letto. Ignota la dinamica precisa dei fatti. Da quello che si apprende, comunque, le fiamme non si sono propagate altrove e sono state spente dagli operatori del carcere. In via Calchi Taeggi sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno perlustrato la struttura per esaminare che fosse tutto a posto, e i sanitari del 118, che hanno trasportato due dei sei intossicati al San Paolo e al San Carlo, in codice verde e giallo.

Stesso copione a Gorizia: qui un incendio è stato appiccato all’interno del carcere nella notte fra lunedì 22 e martedì 23 luglio. Un detenuto ha dato fuoco al proprio materasso, e il fumo ha invaso i locali della casa circondariale; si è reso necessario l’intervento degli agenti di custodia per circoscrivere le fiamme e mettere in salvo i detenuti. Sul posto sono intervenuti i sanitari con diverse ambulanze. Una decina di persone, 4 detenuti e 6 persone di polizia penitenziaria, sono stati ricoverati negli ospedali di Gorizia e Monfalcone per intossicazione da fumo. Il più grave è il detenuto che ha appiccato l’incendio, accolto in rianimazione; un altro è stato trattenuto in ospedale per accertamenti, gli altri sono stati subito dimessi.

“L’uomo ha dato fuoco a ciò che aveva in cella – racconta il segretario regionale del Sappe Giovanni Altomare – provocando un fumo interno al carcere che ha comportato l’evacuazione del Reparto detentivo, lo spostamento per sicurezza degli altri detenuti nel cortile passeggi. Si era pure barricato all’interno e il provvidenziale intervento dei poliziotti gli ha salvato la vita. Quattro detenuti e sei agenti, tutti rimasti intossicati, sono poi stati inviati in ospedale, anche con il supporto di polizia e carabinieri”. Interviene anche l’Osapp: il vice segretario nazionale, Gerardo Romano sottolinea che da tempo il sindacato ha chiesto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier, Giorgia Meloni, di “dichiarare lo stato di emergenza nelle carceri. Negli istituti di pena ormai i detenuti spadroneggiano e il personale di polizia penitenziaria ha paura di svolgere il proprio servizio perché non sa al termine se rientrerà a casa. E’ a rischio l’incolumità personale di tutti gli operatori. Servono interventi urgenti”.

Ci sarebbe un cortocircuito invece alla base di un incendio divampato due giorni fa nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce. Non ci sono stati feriti. Le fiamme si sono sviluppate nei laboratori sartoriali della sezione femminile in cui si producono i manufatti artigianali del marchio Made in carcere. Danneggiate la merce realizzate dalle detenute e alcuni macchinari. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco mentre le donne sono state fatte uscire dalle celle e spostate nei cortili di camminamento. La situazione è rientrata nella normalità dopo qualche ora.

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