Sparatorie, incendi e sequestri di persona nella guerra tra i “Ferretti” e i “Cipolletta” per il controllo del traffico di stupefacenti a Pomigliano d’Arco.
Napoli – Blitz dei carabinieri a Pomigliano d’Arco (Napoli) dove i militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno arrestato 27 persone (di cui 4 minori: 23 in carcere, 4 agli arresti domiciliari). Il blitz si inserisce nella faida che in città ha visto contrapposti i clan di camorra “Ferretti” e “Cipolletta” a suon di agguati, tentati omicidi, rapine, episodi di usura, incendi e altri reati.
Le persone finite in manette sono indagate per associazione di tipo mafioso nonché di tentata estorsione, estorsione, detenzione e porto di armi, pubblica intimidazione con uso di armi, incendio, tentato omicidio, ricettazione, associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione a fine di spaccio di droga, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, rapina, usura, sequestro di persona, delitti aggravati dal “metodo mafioso” e dalla finalità di agevolare, rispettivamente, i clan camorristici “Ferretti” e “Cipolletta” operanti nella zona di Pomigliano d’Arco e in territori limitrofi.
Nel corso delle indagini è stata intercetta anche una conversazione familiare durante la quale un bambino chiedeva al genitore: “Papà, dove vai con la pistola?”. Spiegando quante armi i due clan avessero a disposizione, il maggiore Andrea Coratza, comandante del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, ha fatto riferimento proprio alla disinvoltura con la quale gli affiliati maneggiavano le armi, addirittura uno di loro “scarrellando” una pistola in casa davanti al figlio di 6 anni che incuriosito gli ha chiesto dove stesse andando con quell’arma.
Le indagini sono iniziate alla fine del 2023 quando, a Pomigliano, si erano registrati atti violenti con armi da fuoco. “In quel periodo ci sono state 11-12 stese – ha continuato il comandante -in strada o contro le abitazioni dei rivali, oltre ad attentati dinamitardi e incendi. Tutte le azioni violente sono avvenute in orario in cui la città di Pomigliano, piena di esercizi commerciali, era piena di gente“.
Sempre il maggiore Coratza ha concluso evidenziando come l’Arma, nel corso delle indagini, abbia “documentato 14 estorsioni ai danni di imprenditori, commercianti e 11 rapine quasi tutte compiute da minori con modalità particolarmente violente. Malmenavano le vittime e sparavano. Si tratta di gruppi criminali pericolosi e sfrontati con una grande disponibilità di armi”. Una trentina delle quali, tra fucili e pistole, sono state sequestrate.