Caccia a Ottobre rosso: a Putin abbiamo fatto il solletico

Gli aumenti di qualsiasi genere di prima necessità non si fermano. E si preannuncia un inverno gelido e buio. Ci avevano garantito che con le sanzioni Putin si sarebbe piegato e noi non ne avremmo risentito. E’ accaduto l’esatto contrario. Il nuovo governo risolverà la tragedia?

Roma – L’aumento dei costi energetici sta incidendo enormemente nelle dinamiche familiari ed imprenditoriali, tanto che il rischio povertà è aumentato per le famiglie italiane che sono divenute ancora più vulnerabili. Spesso i nuclei familiari con un elevato numero di componenti risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, hanno un capofamiglia giovane, inoccupato e/o immigrato, e sono arrivati a patire la fame. In queste condizioni di disagio si trovano all’incirca 4 milioni di famiglie, ovvero oltre 9 milioni di persone. Cifre da capogiro quelle che si possono estrapolare dal “rapporto Oipe”.

Più a rischio le famiglie degli autonomi. Infatti l’aumento esponenziale dei prezzi delle bollette, previsto per il prossimo autunno, sottolinea la Cgia, potrebbe peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, con a capo una partita Iva in genere. E’ opportuno ricordare, infatti, che il 70 per cento circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari. Infatti moltissimi piccoli commercianti e rappresentanti di arti e professioni stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dai prodotti energetici.

La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori, o autonomi in genere, per riscaldare/rinfrescare e illuminare le proprie botteghe, negozi o uffici. Tutto ciò nonostante le misure di mitigazione introdotte in questi ultimi mesi dal governo Draghi, a causa dei costi energetici che sono esplosi, raggiungendo livelli mai visti nel recente passato.

Le condizioni di povertà energetica, in particolare, riguardano i nuclei familiari che non riescono a utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento d’inverno, quello di raffreddamento d’estate e, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono o utilizzano saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia come lavastoviglie, lavatrici, asciugatrici, aspirapolvere, forno a microonde ed elettrico.

A livello geografico, la situazione più critica si verifica soprattutto nel Mezzogiorno, infatti in questa macro area la frequenza della povertà energetica è la più elevata d’Italia e interessa tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie residenti in questo territorio. In termini assoluti è la Campania la regione maggiormente in difficoltà, dove il numero delle famiglie che utilizza saltuariamente luce e gas oscilla tra le 519 mila e le 779 mila unità. Altrettanto critica è la situazione in Sicilia dove la forchetta oscilla tra i 481 mila e i 722 mila nuclei familiari. Segue la Calabria che presenta un range tra le 191 mila e le 287 mila famiglie in difficoltà nell’utilizzo quotidiano di energia elettrica e metano.

Un po’ meno critica, ma comunque con una “vulnerabilitàenergetica medio-alta, la situazione nelle altre regioni del Mezzogiorno e in alcune del Centro che presentano una forchetta che varia dal 14 al 24 per cento delle famiglie residenti. Nella fascia a rischio medio-bassa, cioè tra il 10 e il 14 per cento delle famiglie coinvolte, il Lazio e alcune regioni del Nord, come Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. La fascia più bassa, infine, quella che comprende un numero di nuclei familiari in difficoltà che va dal 6 al 10 per cento del totale, annovera la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.

Purtroppo il rischio povertà è preoccupante ed è riconducibile a famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente. In sostanza con la crisi pandemica e il conseguente lockdown imposto a tantissime attività a inizio di marzo del 2020, si è allargata la forbice, tanto che negli ultimi 2,5 anni il differenziale tra queste due tipologie familiari, dipendenti e liberi professionisti, potrebbe essere addirittura aumentato.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa