La Procura vuole accertare se i sintomi accusati da Luigi Di Sarno e Tamara D’Acunto siano stati adeguatamente valutati nella clinica privata dove entrambi si erano rivolti.
Cosenza – La Procura di Paola ha iscritto nel registro degli indagati in tutto nove persone, tra cui cinque medici delle strutture sanitarie dell’Alto Tirreno cosentino dove Luigi Di Sarno, 52enne di Cercola (Napoli), e Tamara D’Acunto, 45enne residente a Diamante, si erano rivolte prima del decesso per intossicazione da botulino dopo aver mangiato panini con salsiccia e cime di rapa acquistati da un commerciante ambulante.
L’iscrizione, come precisato da fonti investigative, rappresenta un atto dovuto in vista delle autopsie programmate per martedì 12 agosto, necessarie per chiarire le cause dei decessi e verificare eventuali responsabilità mediche. Gli altri indagati sono l’ambulante che ha venduto il panino e i due rappresentanti legali delle aziende fornitrici degli alimenti incriminati.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Maria Porcelli, si concentrano su due fronti principali. Il primo riguarda un food truck di Diamante, ritenuto la probabile origine del focolaio che ha colpito 18 persone, incluse le due vittime e 14 pazienti attualmente ricoverati, di cui 6 in terapia intensiva, 3 in pediatria e 5 in reparti di area medica. Le condizioni dei ricoverati risultano stazionarie, con i medici pronti a somministrare il siero anti-botulino in caso di peggioramento. Gli accertamenti si focalizzano sulle modalità di conservazione e somministrazione degli alimenti, in particolare un panino con salsiccia e broccoli consumato tra il 3 e il 5 agosto, che potrebbe aver veicolato la tossina botulinica. I campioni prelevati dal food truck, già sequestrato, sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità per ulteriori analisi, con risultati attesi per mercoledì.
Il secondo fronte investigativo riguarda l’operato dei medici indagati, accusati di una possibile mancata diagnosi tempestiva che avrebbe potuto salvare le vite di Di Sarno e D’Acunto. Entrambi i pazienti, dopo aver accusato i primi sintomi, si erano presentati in una clinica privata del Cosentino, ma sarebbero stati dimessi senza un’adeguata valutazione. Le cartelle cliniche saranno fondamentali per accertare se vi siano state omissioni o errori diagnostici. La famiglia di Di Sarno, in particolare, ha espresso forti perplessità: Filomena Di Sarno, sorella di Luigi, ha dichiarato a Fanpage.it che il fratello, un uomo sano e salutista, aveva segnalato ripetutamente il suo malessere senza ricevere cure adeguate.
Nell’inchiesta sono indagati anche il titolare del food truck e i rappresentanti legali delle aziende fornitrici degli alimenti, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Le ipotesi accusatorie, ancora in fase preliminare, saranno supportate dai risultati delle verifiche tecniche e microbiologiche.
Nel frattempo, l’ospedale Annunziata di Cosenza ha ricevuto tre fiale di antitossina botulinica dal San Camillo di Roma, portando a cinque le scorte disponibili per i pazienti. Le autopsie, che per D’Acunto richiederanno anche la riesumazione della salma, saranno decisive per chiarire la dinamica dei decessi e accertare eventuali responsabilità.