La Lega ha bisogno di nuova linfa e di cambiare strategie. Certo non sarà il ritorno di Bossi a cambiare le sorti dei sondaggi che danno il Carroccio sempre più in discesa ma sembra che qualsiasi alternativa valga più di un Capitano che si ostina a rimanere al timone. Di una barca che fa acqua da tutte le parti.
Roma – Bossi contro Salvini, potremmo riassumerlo così, tanto da evincere che la sfida al “Capitano” è partita. Bossi c’è e si fa sentire senza equivoci. La paura che diluisca l’interesse (come lo dimostra il trono traballante di Matteo Salvini), soprattutto al Nord, per il partito fondato dal “guerriero” che osannava l’autonomia dallo “Stato ladrone”, pur con modi diversi, riecheggia e chiama, così, le truppe cammellate, che sono un po’ disorientate dalla politica impressa da Salvini.
Il pretesto è la débâcle alle ultime elezioni politiche del 25 settembre scorso e la perdita di voti nello storico Veneto, ma in realtà già dall’agosto scorso Bossi aveva cominciato a lavorare al progetto, incontrando molta gente, intessendo rapporti e ricontattando i vecchi amici di un tempo proprio in previsione del risultato delle elezioni.
Bossi contro Salvini: che cosa serve alla Lega?
E così è nata la fronda del fondatore, il “Comitato Nord”. Il “Capo” ha così sorpreso tutti e alla sua età, malconcio ma determinato, è ripartito dall’inizio. “La Lega non può esistere senza un’identità chiara e forte. Abbiamo dato vita a questo Comitato Nord per rinnovare la Lega non per distruggerla perché altrimenti faremmo solo un piacere al centralismo romano.” – tuona così lo storico leader della Lega Umberto Bossi, intervenendo alla sua prima uscita pubblica.
“Temevamo che tanta gente se ne sarebbe andata e questo non possiamo accettarlo senza fare niente, ha aggiunto il senatur, il quale ha sottolineato senza equivoci di volere ripartire da dove tutto è iniziato. Tanta gente, nostri militanti, mi hanno chiesto ed ancora mi stanno chiedendo di fare qualcosa… !. E noi non potevamo stare fermi”. Il Comitato – hanno ricordato i coordinatori Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi – nasce all’interno della Lega e ha come obiettivo la difesa degli interessi del Nord da troppo tempo dimenticati.
Un progetto, insomma, dal messaggio chiaro che vuole dare risposte alla gente che lavora e produce in una zona che i “passionari movimentisti” ritengono sia la vera locomotiva del Paese. Grande rilievo, viene affermato da molti, sarà dato all’ascolto delle singole categorie, con le quali si ragionerà intorno alla scrittura di un programma che ponga i territori al centro dell’azione politica e si dibatterà sul valore dell’autonomia oggi.
Il primo appuntamento era inizialmente previsto per il 27 novembre ma è stato rimandato perché Bossi aveva subito un’operazione per un’ulcera gastrica. Ancora ricoverato aveva assicurato la sua presenza, affermando anche “Il Comitato l’ho voluto io ed al primo incontro voglio esserci io”. Così è stato. L’entusiasmo è stato palpabile, anche perché vedere il fondatore della “Lega Nord” nuovamente in pista, nonostante la malattia, ha rigenerato gli animi ed attivato un interesse che stava scemando sempre più.
Gli effetti di tale riunione non hanno certamente influenza sul governo, ma ha lo scopo di arginare la deriva di FdI e mandare segnali rassicuranti ad un popolo che si è sentito privato di un “condottiero” fiero e determinato a tutelare gli interessi ed i sogni di molti passionari verdi. Proprio così, il senatur a 81 anni torna a farsi sentire e lo fa in maniera abbastanza clamorosa. Si tratta di una sorta di rifondazione della Lega che non nasconde solo ambizioni personali ma anche una visione strategica del partito completamente diversa da quella di Salvini.