Fatture false, appalti farlocchi e lavoratori sfruttati con contratti a minima retribuzione. Così l’imprenditore bolognese ha frodato l’Inps per più di 2 milioni di euro.
Bologna – Militari del comando provinciale in forza al nucleo di polizia economico-finanziaria, nell’ambito di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del PM Michele Martorelli, hanno concluso le attività investigative relative all’operazione convenzionalmente denominata “Spin off”, che ha consentito di smascherare un’ingente frode ai danni dell’INPS commessa da un imprenditore bolognese operante nel settore della produzione di componenti elettronici, tramite l’impiego di 69 lavoratori irregolari e oltre 10 milioni di euro di false fatturazioni.
Le indagini – intraprese nel 2020 con l’avvio di due distinte attività fiscali nei confronti di una ditta individuale e di una società riconducibili allo stesso imprenditore e operanti nella provincia di Bologna – hanno permesso di intercettare un falso appalto di servizi tra le due aziende, in essere da anni. L’appalto è risultato, di fatto, un mero espediente per consentire alla ditta l’impiego dei lavoratori formalmente in carico alla società, così da poter beneficiare indebitamente di una più vantaggiosa aliquota contributiva con ingente danno, tanto all’Erario, quanto, soprattutto, ai lavoratori dipendenti, ai quali, per anni, è stato applicato un contratto con retribuzioni e tutele decisamente inferiori a quelle spettanti per legge.
Attraverso tale stratagemma, l’imprenditore da un lato, ha omesso di farsi carico regolarmente degli oneri contributivi da lui dovuti, dall’altro di lucrare sull’IVA per oltre 2,2 milioni di euro, grazie alle false fatture emesse tra il 2015 e il 2020 per un ammontare di oltre 10 milioni di euro. È stato accertato, in definitiva, un tipico caso di “fraudolenta somministrazione di manodopera”, ove l’appaltatrice non disponeva dei mezzi e delle strutture necessarie all’adempimento dell’obbligazione, mentre il personale dipendente – che in taluni casi, addirittura, ignorava chi fosse formalmente il proprio datore di lavoro – continuava a essere gestito a tutti gli effetti dall’appaltante.
I controlli, svolti con la collaborazione dei funzionari dell’INPS di Bologna, hanno condotto alla quantificazione di maggiori contributi previdenziali dovuti per oltre 1,2 milioni di euro, nonché alla corretta riqualificazione dei contratti di lavoro del personale. Grazie alla meticolosa ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle e al proficuo, quanto sinergico confronto con l’Agenzia Provinciale delle Entrate di Bologna, le due imprese hanno aderito integralmente all’accertamento, nonché versato all’Erario l’intero importo dovuto.