BOLOGNA – COCA, POLITICA E MINORENNI: DILAGA LO SCANDALO DI VILLA INFERNO

Proseguono le investigazioni e il vaso di Pandora, prima o poi, verrà scoperchiato. Notti insonni al tintinnio di manette per una trentina di persone che potrebbero finire sul registro degli indagati.

Bologna – Continuano le indagini sui festini a base di sesso e coca a Villa Inferno, sui colli bolognesi. E la Felsinea-bene trema. Una nuova intercettazione punta i riflettori su altre minorenni che avrebbero partecipato alle lussuriose serate. Dunque la ragazza di 17 anni che ha scoperchiato il vaso di Pandora, che chiameremo col nome posticcio di Marta, non era l’unica ospite off limits. E di certo il suo passato di bullizzata e di vittima di molestie sessuali non l’ha sicuramente aiutata a non cadere nel girone infernale della dipendenza e dello sfruttamento sessuale.

Non solo: si sono aggiunti altri nomi di spicco, circa una trentina, a quelli presenti nel registro degli indagati. Si parlerebbe di professionisti, immobiliaristi, ristoratori, manager, un dentista e un dj famoso, un ex carabiniere e diverse escort che altro non sarebbero che le giovani figlie di affermati professionisti bolognesi. Le analisi sui cellulari e sui tablet sequestrati non lasciano spazio ai dubbi sul loro coinvolgimento nel gaudente giro di prostituzione minorile e droga che, in cospicui quantitativi, arrivava all’interno della residenza attraverso pusher italiani e albanesi.

Villa Inferno

La villa dell’imprenditore Davide Bacci era la location principale ma c’erano anche tre abitazioni private nel centro storico della città appartenenti a professionisti, oltre ad hotel lussuosi e qualche B&B. Il tutto ruotava intorno al quartier generale identificato in alcuni locali dell’elegante via San Mamolo e della zona del Quadrilatero. Un altro filone importante delle indagini riguarda i conti correnti: sempre nel corso di intercettazioni telefoniche, gli inquirenti hanno ascoltato una chiacchierata ”molto interessante” fra uno degli indagati e un soggetto, al momento fuori dall’inchiesta, in cui viene menzionata una giovane di 21 anni che compare in più atti del fascicolo e amica di Marta.

Luca Cavazza

La ventunenne avrebbe aperto un conto corrente, a suo nome, su indicazione di un soggetto benestante, sul quale sarebbero confluiti centinaia di migliaia di euro. Denaro da racimolare per acquistare, in un secondo momento, una casa. Questo sarebbe emerso da un’altra conversazione in cui la prestanome veniva messa in guardia sul possibile intervento della Guardia di Finanza per verificare l’origine di quei soldi illeciti. Nel frattempo Bacci, l’unico degli otto indagati finito in carcere, ha lasciato la Dozza per gli arresti domiciliari a casa del padre in quanto, secondo il Gip Letizio Magliaro, sarebbe superato il rischio di reiterazione del reato da parte dell’imprenditore che, interrogato la settimana scorsa, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Davide Bacci ai domiciliari

Stesso diritto a cui mercoledì si è appellato anche l’ex candidato leghista, Luca Cavazza. Ha invece risposto alle domande del giudice il parrucchiere Fabrizio Cresi, dichiarandosi estraneo al contesto di Villa Inferno, affermando di non sapere che Marta fosse minorenne e di averla conosciuta in quanto amica di una sua ex fidanzata. Particolare della minore età della ragazza di cui, sembrerebbe, molti dei partecipanti alle sfrenate serate erotiche fossero, invece, a conoscenza.

E che la ragazzina fosse minore di anni 18 si evince anche dai messaggi sulle chat che la incitavano a compiere presto la maggiore età per girare il mondo. Durante i festini, sono stati realizzati anche video e foto:”… Ci sono immagini – scrive il Gip – di un uomo e di una donna che sniffano la cocaina sul fondoschiena della minorenne...”. I video sarebbero stati postati anche su siti porno. Sono proprio questi filmati che ora tengono col fiato sospeso quei 30 nomi della buona borghesia bolognese che, come ha raccontato in lacrime Marta, diceva di volerle bene e di aiutarla nel suo cammino di vita. 

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