La stessa cosa vale anche per i meticci quando hanno bisogno di lastre, Tac e risonanze magnetiche. I prezzi sono troppo alti e i gli abbandoni aumentano specie in tempi di magra
I dolcissimi bassotti sono di stazza piccola, di un’aggressività contenuta, con portamento elegante. Va da sé che, come per tutti i cani domestici, il loro carattere è il riflesso del “genitore adottivo”. Riescono a rendere l’ambiente famigliare gioioso e giocoso, ma come altri cani di piccola stazza, il cocker spaniel, il barboncino o il pechinese per esempio, possono soffrire di ernia al disco.
Si tratta di una malattia degenerativa dei dischi intervertebrali, che può provocare molto dolore, con diversi gradi di intensità, fino a rendere l’animale invalido. Può accadere così che da un giorno all’altro, il nostro amico si presenti zoppicante. L’atmosfera famigliare a un tratto si incupisce, non c’è più la gioia dei giochi e dei giorni felici e diventa urgente la ricerca di un valido veterinario. Purtroppo però non sempre è facile trovare bravi specialisti, come spesso succede anche per le persone.
Senza basi mediche o scientifiche è possibile che il proprietario del cane entri in un circolo vizioso; con molta perplessità si avvicina al mondo veterinario, scoprendo un costo duplice sia per i medicinali sia per gli esami, rispetto alla medicina umana. I veterinari, infatti, possono solo prescrivere medicinali di case farmaceutiche strettamente collegate alla loro professione.
Al neofita rimane la perplessità e anche il dubbio sul perché i medicinali umani vengono sperimentati sugli animali ma non possano poi esser loro somministrati. E così, ci si ritrova con il “veterinario di base” che prescrive con cipiglio una risonanza, a volte con superficialità o incapacità, dopo aver speso, in breve tempo, anche più di migliaia di euro in medicinali e radiografie, alla ricerca della non definita soluzione.
Il “pacchetto risonanza” per un bassotto o per i piccoli animaletti “con le zampette corte” ha un prezzo base complessivo di circa ottocento euro, e non varia da Nord a Sud. Una suddivisione esemplificativa può essere: 100 euro per il neurologo, 600 per la risonanza, 150 euro per la diagnosi. Le cifre possono anche cambiare, ma l’importo finale non varia di molto.
Va anche evidenziato che non esiste la specializzazione post laurea in neurologia nella facoltà di veterinaria, ma è previsto un esame integrativo durante il corso. Se poi effettivamente seguirà l’operazione, è prevista un’ulteriore spesa di circa tremila euro, con la speranza di esito positivo ma senza alcuna garanzia, alla quale seguirà un periodo post operatorio abbastanza impegnativo e lungo.
Al genitore adottivo rimane la perplessità della decisione, passando le notti dolorose insieme al suo amato compagno e rimanendo nel dubbio se scegliere la medicina alternativa o la tradizionale, ricordandosi che le cliniche veterinarie a disposizione sono sicuramente superiori come modernità e mezzi a quelle del genere umano.