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Bancarotta fraudolenta nel settore edilizio: perquisizioni Gdf tra Bari e provincia

Le Fiamme Gialle stanno dando esecuzione a un decreto nei confronti di quattro persone fisiche e 5 società accusate di distrazione impropria.

Bari – Perquisizioni sono in corso da parte dei finanzieri del Comando provinciale tra il capoluogo e la provincia, nell’ambito di un’indagine per una presunta bancarotta fraudolenta nel settore edilizio. Il decreto di perquisizione, emesso dalla Procura barese, riguarda quattro persone fisiche e cinque società, ed è volto ad acquisire, ad acquisire tutta la documentazione ritenuta utile a supportare le ipotesi investigative. I destinatari del provvedimento sono indagati per le ipotesi di reato di “bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e impropria (da atti dolosi e da false comunicazioni sociali)”.

L’operazione si inserisce in un’articolata attività di indagine, coordinata da questo Ufficio Giudiziario – delegata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari – che ha consentito di focalizzare l’attenzione investigativa su una serie di operazioni poste in essere da una società (e in un caso dalla sua controllante), operante nel settore delle costruzioni edili, per la quale è in atto la procedura di concordato preventivo, instaurata a seguito del ricorso per l’apertura della liquidazione giudiziale avanzato dalla Procura della Repubblica barese nel 2022.

La società sottoposta alla procedura concordataria avrebbe stipulato 3 contratti preliminari di acquisto di quote sociali da una controparte (riconducibile al medesimo nucleo familiare), nei quali era prevista la corresponsione di anticipi per più di 20 milioni di euro. Ciononostante, in un caso, non si è mai addivenuti alla stipula del contratto definitivo; in un altro, quest’ultimo è stato sottoscritto solo a distanza di 12 anni, quando ormai le quote da acquistare non avevano più alcun valore; in un altro ancora gli originari accordi sono stati risolti consensualmente a diversi anni di distanza. Inoltre, nel corso del tempo, i rappresentanti legali pro tempore della società investigata non si sarebbero adoperati per richiedere la restituzione delle somme versate.

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