La reazione del leader alle “ingrate”: “grave passare dall’opposizione alla maggioranza a metà legislatura tradendo gli elettori”.
Roma – Azione perde altri pezzi. Anche Mara Carfagna e Mariastella Gelmini “divorziano” da Carlo Calenda portandosi dietro anche Giusy Versace. Le tre ex “regine di cuori” di Azione hanno seguito la strada del deputato Enrico Costa – tornato in Forza Italia – e ieri hanno detto addio al leader Carlo Calenda, per riavvicinarsi al centrodestra. Un bilancio negativo per il leader di un partito che nel giro di 48 ore perde ben 4 parlamentari su 13. La sua reazione infatti non è delle migliori. In un post del profilo del partito: “Prendiamo atto con rammarico della decisione di Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna di lasciare un partito che le ha accolte e valorizzate in un momento particolarmente critico del loro percorso politico”.
Insomma, per Calenda le ex donne di punta di Forza Italia, “accolte” nella casa di Azione sono delle ingrate. “Rispettiamo le scelte personali ma riteniamo grave e incoerente passare dall’opposizione alla maggioranza a metà legislatura contravvenendo così al mandato degli elettori. Una pratica che contribuisce ad allontanare i cittadini dalla politica. Azione rimarrà invece dove i cittadini l’hanno messa: al centro e all’opposizione del Governo e continuerà a lavorare per costruire un’alternativa ad un bipolarismo fallimentare”.
E se il deputato Costa è tornato in Forza Italia, partito di cui faceva parte fino al 2013, la senatrice Gelmini, ormai ex portavoce e vicesegretaria di Azione, e Versace si sono iscritte al gruppo Misto di Palazzo Madama. Sarebbero però pronte ad approdare in ‘Noi Moderati’, la formazione centrista guidata da Maurizio Lupi, che fa parte della maggioranza di centrodestra. Nel pomeriggio di ieri i primi annunci sono di Gelmini e Versace, poi anche Mara Carfagna le segue a ruota. Tutte erano approdate dentro Azione dopo aver fatto parte di Forza Italia, con cui Gelmini e Carfagna erano anche state anche al governo come ministre. La ragione della rottura è legata all’alleanza con M5s e Avs per le regionali in Emilia Romagna, Liguria e Umbria, appunto il cosiddetto campo largo.
L’addio di Carfagna invece è più originale: l’ex ministra afferma: “Apprendo da una nota di agenzia di aver lasciato Azione. È una decisione che stavo maturando ma che sentivo il dovere di rendere pubblica in modi più seri e meno estemporanei”. “Già nell’ultima riunione di gruppo avevo manifestato apertamente il mio dissenso per l’apertura di un dialogo ‘esclusivo’ con la sinistra”. Carfagna ha spiegato: “La scelta di aderire alle candidature del campo largo in tutte e tre le Regioni dove si vota è un diritto di Carlo Calenda: ha fondato Azione, l’ha portata avanti anche con grandi sacrifici personali, ne è il leader. Ma la mia storia e le mie idee mi impediscono di seguirlo su quella strada, che come è ovvio a tutti prelude a intese più generali con la sinistra”.