AUTUNNO CALDO: IL PALESE TRADIMENTO DEL GOVERNO

C’hanno fatto fessi ancora una volta. Conte in testa. Faremo da soli, diremo la nostra, ed altre stupidate del genere sono state regolarmente disattese e il popolo italiano ne pagherà le conseguenze. Anche l’opposizione si è smollata.

“…Oggi, abbiamo concordato tre reti di sicurezza e un piano per il recupero, per assicurarci di crescere insieme, non separati, una volta che il virus sarà alle spalle. Queste proposte si basano sulla nostra forza finanziaria collettiva e sulla solidarietà europea…”

Con queste parole il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno ha celebrato la vittoria dell’asse Berlino-Parigi alla fine del meeting istituzionale tra i rappresentanti di Germania, Spagna, Italia, Francia e Olanda. La strategia comune per arginare i dannosi effetti economici del Covid-19 passerà attraverso il Mes. Molte parti dell’accordo risultano nebulose.

Mário Centeno

Una in particolare pone dubbi e perplessità e riguarda il se e il come l’Italia accederà al finanziamento; o se il debito che ne scaturirà sarà primario o secondario rispetto a quello già accumulato. La fermezza di Conte alla fine è venuta meno. Merkel e Rutte possono finalmente brindare: il loro giocattolo finanziario è salvo. Chi pagherà le conseguenze di questo scellerato accordo? Dove verranno reperiti i finanziamenti per saldare il prestito di cui godrà l’Italia per evitare che la Bce diventi organo decisionale in casa nostra? Probabilmente andremo incontro a un nuovo periodo di forte austerity, dove la parola d’ordine sarà spending review.

Il premier Conte che fino a qualche giorno fa definiva il Meccanismo europeo di stabilità uno strumento inadeguato, nella serata di ieri si è letteralmente piegato ai diktat europei, svendendo l’interesse comune a quello finanziario, per come avevamo anticipato su queste colonne. Se il consiglio d’Europa approverà quanto deciso ieri sera, nei prossimi mesi assisteremo a una serie di manovre economiche interne che peseranno principalmente sui piccoli e medi esercenti e, in particolar modo, sui lavoratori. Dalle imposte dirette a quelle indirette, l’Italia sarà gravata da una serie di nuove tasse richieste con la parola d’ordine: “…Ce lo chiede l’Europa”.

Rutte

I danni non saranno solamente economici ma anche sociali. Da Berlino non hanno compreso che per salvare l’Europa si sarebbero dovuti salvare prima gli europei. Ieri sera è stata decretata la morte dell’Eurocontinente dei popoli e il concepimento dell’Europa delle banche. Qualora il Mes venisse approvato in via definitiva sarà come lanciare una coscia di pollo in mezzo a un branco di lupi affamati. Il Bel Paese precipiterà nuovamente in una perenne campagna elettorale, dove i politicanti nostrani saranno impegnati più ad attaccarsi e accusarsi che non a pensare agli interessi collettivi ormai spazzati via. La spaccatura sociale del Paese diventerà sempre più profonda, con le grandi aziende che godranno dei prestiti statali e i lavoratori costretti a ripagare il disavanzo. Questo accordo potrebbe essere la fine della classe media, con una progressiva polarizzazione tra ricchi e poveri. Il Mes potrebbe innescare una serie di contraddizioni sociali che renderebbero l’Italia una pentola a pressione pronta a scoppiare. Un ordigno artigianale confezionato dall’Eurogruppo. E qualora queste parole si rivelassero profetiche, l’Europa della Merkel godrà di una nuova grande opportunità per instaurare in Italia una nuova Grecia. Saremo costretti e svendere i titoli di Stato e chiedere nuovi prestiti, e casualmente sarà proprio la Germania incarnare il ruolo di salvatrice. Salvo poi chiederci il conto rimpinguato dagli interessi qualche anno dopo.

Le forze parlamentari italiane si sfideranno a colpi di recriminazione e di dietrologie, inscenando un tragicomico siparietto in cui si sfideranno per accaparrarsi lo scettro di antieuropeista dell’anno. Per loro sfortuna, però, l’Italia non soffre ancora d’amnesia. Gli eclatanti dietrofront del Movimento 5 Stelle e della Lega sono ancora una ferita aperta. Entrambi capaci in periodo elettorale di proclamare la rottura con euro ed Europa, si sono invece dimostrati dipendenti dei diktat comunitari una volta ottenuta la poltrona. La stessa Meloni che tramite i social denuncia il tradimento, pochi mesi fa brindava con Thierry Baudet parlando di un’Europa differente e maggiormente incline al suo pensiero. Il Pd, che ha contribuito alla propagazione italiana del Covid-19 tramite politiche quali “Milano non si ferma” o “l’aperitivo contro la paura”, dovrà cercare in maniera approfondita parole e concetti per giustificare un’Europa che ancora una volta ha mostrato di tenere più agli interessi finanziari che a quelli umani.

Se il Mes verrà approvato sarà un lento stillicidio, un’agonia dolorosissima le cui ripercussioni sociali potrebbero essere devastanti. Il prossimo “autunno caldo” potrebbe essere molto vicino. Si salvi chi può.

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