A certificarlo è il Codacons: il piccolo paese del Bellunese nel quadriennio 2021-2024 ha totalizzato oltre un milione di euro dal solo autovelox posizionato.
Belluno – In cima alle Dolomiti, a 1.453 metri d’altitudine, sorge un borgo da cartolina: paesaggi incontaminati, antiche case in legno, poco più di 300 anime. Ma a dispetto delle dimensioni ridotte, Colle Santa Lucia è diventato ormai celebre per un primato che ha poco a che vedere con la quiete montana: è il comune italiano con il maggior incasso da multe pro capite.
A certificarlo è il Codacons, che ha analizzato i dati ufficiali sui proventi degli autovelox: nel solo 2024, il piccolo comune veneto ha totalizzato quasi 400mila euro grazie al suo unico dispositivo elettronico per il controllo della velocità. Un incasso da capogiro, che porta il totale complessivo nel quadriennio 2021-2024 a oltre 1 milione e 66mila euro. In media, 4.896 euro per ogni residente.
Un paese, un autovelox, centinaia di migliaia di euro
Non si tratta di un’area metropolitana né di una zona ad alta densità di traffico. Colle Santa Lucia è un minuscolo centro turistico, incastonato tra i passi Giau e Falzarego, punto di transito per turisti e motociclisti attratti dalle curve panoramiche delle Dolomiti. Ma è proprio su una di queste strade che è stato posizionato l’autovelox “incriminato”, in grado da solo di elevare sanzioni per importi che farebbero invidia a interi capoluoghi di provincia.
Nel 2023, l’autovelox ha fruttato un tesoro di 747mila euro. L’anno prima si era fermato a 623mila e nel 2021 a 552.367 euro spalmati su 4.596 verbali. Di questi, 3.132 sono stati spediti a veicoli stranieri, mentre 1.464 a cittadini italiani. La tendenza è però in calo. I numeri di quest’anno, pur ancora alti, segnano una flessione rispetto ai precedenti: 400mila euro nel 2024 rappresentano sì un “gruzzolo” considerevole, ma indicano che il messaggio – forse – sta iniziando ad arrivare agli automobilisti più distratti o frettolosi.
Codacons: “Serve trasparenza sull’uso degli incassi”
La pubblicazione dei dati ha immediatamente acceso il dibattito. Il Codacons, da anni impegnato nel monitoraggio dei proventi derivanti dagli autovelox, chiede chiarezza: “I Comuni devono rendere pubblico come vengono impiegati i soldi delle multe – ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi –. Se davvero servono a migliorare la sicurezza stradale, a rendere le strade più sicure o a potenziare i trasporti pubblici, allora è un uso corretto. Altrimenti, diventano una tassa occulta ai danni degli automobilisti”. L’associazione sottolinea anche la necessità di distinguere tra “controllo” e “trappola”: “Un autovelox non deve servire a far cassa, ma a prevenire gli incidenti. In alcuni casi, invece, ci troviamo di fronte a veri e propri strumenti di profitto”.
Il sindaco: “Serve a far rispettare le regole”
Dall’amministrazione di Colle Santa Lucia la risposta non si è fatta attendere. Il sindaco ha difeso la scelta, ricordando che il tratto dove è posizionato l’autovelox è particolarmente tortuoso e soggetto a rischi, soprattutto nei mesi estivi, quando il traffico turistico aumenta sensibilmente. “In quella zona si sono verificati più volte incidenti gravi – spiega il primo cittadino –. L’autovelox è stato installato non per colpire chi passa, ma per disincentivare le velocità eccessive. E in effetti abbiamo registrato una diminuzione dei sinistri e dei comportamenti pericolosi”. Quanto ai proventi, il Comune afferma che vengono reinvestiti in servizi locali, manutenzione delle strade e sicurezza urbana.
Ma Colle Santa Lucia ha qualcosa in più: la sproporzione tra abitanti e incasso è così evidente da generare un paradosso. Con una media annuale di circa 250 verbali al mese, ogni residente “vale” quasi 5.000 euro in multe. Un dato che ha fatto guadagnare al borgo la “Palma d’oro” nazionale dei Comuni-multa, almeno secondo il Codacons.