Autonomia: maggioranza tira un sospiro di sollievo, la palla torna al Parlamento

Calderoli dopo la decisione della Consulta: “Finalmente posso lavorare in pace senza più avvoltoi che mi girano sopra la testa…”.

Roma –  “Finalmente posso lavorare in pace senza più avvoltoi che mi girano sopra la testa…”. È quanto afferma Roberto Calderoli in un’intervista al Corriere della Sera dopo che ieri il referendum che voleva abrogare la legge sull’Autonomia è stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale. “Fermo restando che le motivazioni devono essere pubblicate entro il 10 gennaio, valuto in modo complessivo le sentenze della Consulta. Su questo tema, di interpretazioni esplorate non ce n’erano e la Corte ci ha dato il perimetro corretto. Poi, faccio le mie valutazioni…”, ha aggiunto il ministro leghista.

“Da una parte – continua Calderoli – sono contento che, dopo aver dichiarato legittima la legge, la Consulta respingendo il referendum abbia chiuso la bocca rispetto a tutte le panzane che abbiamo sentito: lo “spacca Italia”, la difformità dei diritti. Se fosse stato così, il referendum sarebbe stato ammesso. Ora posso lavorare in pace senza più avvoltoi che mi girano sopra la testa”. E sui Lep, su cui la Corte “ha accolto la definizione della legge, ma ha contestato lo strumento con cui definire i livelli essenziali”, Calderoli ha assicurato: “Porremo rimedio con la presentazione di una legge delega, scritta secondo i dettami. Che ci consentirà, dopo 24 anni, la definizione dei Lep. Cosa che va fatta indipendentemente dall’Autonomia differenziata”.

La decisione della Consulta sull’autonomia

Il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, sottolinea che la “decisione della Consulta che ha sancito l’inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le Regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Ora la palla torna in Parlamento. Non sarà rifatta la legge, ma l’obiettivo è quello di introdurre solo degli accorgimenti, secondo le indicazioni arrivate dalla sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittime alcuni parti della riforma.

La maggioranza tira un sospiro di sollievo, perché – come osserva un ‘big’ di Fdi – “affrontare una campagna referendaria non era certamente una cosa agevole, meglio lasciare la palla alla politica, la presidente Meloni ha sempre sostenuto che occorre equilibrio”. Anche Forza Italia, con una parte dei presidenti di Regione (quelli del sud) che vedevano il rischio di una contrapposizione tra le istanze del nord e quelle del Meridione, ha accolto con favore lo stop ai quesiti referendari. Soddisfatta ovviamente la Lega, con i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana che ora puntano a “porre fine agli scontri” e a “porre il piede sull’acceleratore”. “Avanti tutta”, afferma il governatore del Veneto.

La battaglia di Luca Zaia

Sul tavolo restano i nodi, anche riguardo le materie non Lep, con il partito di via Bellerio che non intende frenare e già guarda alle intese con regioni come la Lombardia. Ma di fatto i tempi della discussione sull’autonomia non saranno brevi, perché gli alleati della Lega intendono affrontare tutti i nodi e seguire
alla lettera i suggerimenti arrivati dalla Corte costituzionale. Ma i dem ribadiscono che non c’è alcuna
intenzione di permettere “colpi di mano” e di far venir meno “la mobilitazione di questi mesi”.
“Viene sconfitta la sinistra demagogica”, rilancia la Lega, “riprenderemo il cammino nel rispetto della volontà dei cittadini”, dicono da Fdi. Con il presidente della Commissione affari costituzionali di palazzo Madama Alberto Balboni che sottolinea come il Parlamento ora può correggere le “incongruenze” della legge.

“Noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”, dice la vicepresidente FI del
Senato, Licia Ronzulli. “Saremo garanti per una legge equa”, la promessa del capogruppo dei forzisti alla Camera Paolo Barelli. “In particolare interverremo sui livelli essenziali di prestazione”, afferma Maurizio Lupi, presidente di Nm. Lo scontro sull’Autonomia differenziata era arrivato fino alla Consulta chiamata a pronunciarsi su questioni di costituzionalità sollevate dai ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania che hanno impugnato la legge nella sua totalità e anche con riferimento a specifiche disposizioni.

A ottobre sono stati avviati i negoziati tra il Governo e le Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni di autonomia, così come previsto dalla Legge 86/2024. A presiedere i lavori, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli. “Oggi è un giorno importante – ha dichiarato il ministro – non solo per le 4 Regioni che hanno scelto di fare da apripista per l’attuazione dell’autonomia, ma per tutto il Paese. E’ bene ricordare infatti che, su 15 Regioni a Statuto ordinario, sono 14 quelle che già hanno mosso passi formali verso l’autonomia”.

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