Speriamo che le parole del premier riferite agli italiani dalla città di San Francesco non siano foriere di brutte sorprese. Non sarebbe la prima volta.
Assisi – Il discorso del Premier Giuseppe Conte ad Assisi apre una settimana di grande rilievo per il governo. Un discorso fatto e pensato in vista del nuovo Dpcm che entrerà in vigore a partire dal 7 ottobre con le nuove normative anti-Covid. Il giurista di Palazzo Chigi comincia col riportare alla memoria ciò che abbiamo passato durante il periodo del lockdown, un momento della nostra vita in cui “ci siamo sentiti tutti parte di un comune destino”.
“…I mesi difficili, quelli più acuti della pandemia, ma anche quelli attuali, ci portano a ripensare a ciò che veramente conta nella vita – ha detto il premier – coloro che non sono stati direttamente colpiti dal virus sono stati comunque costretti ad allontanarsi dagli affetti più cari vivendo una condizione di solitudine, di distacco…”.
“…L’uomo contemporaneo ha dovuto misurarsi con la fragilità della sua condizione – ha aggiunto Conte – con l’angoscia, con lo smarrimento di dover affrontare un nemico invisibile…”. Un nemico che ancora non è stato sconfitto e di cui certo non possiamo dimenticarci proprio ora che i contagi sono stabilmente oltre i 2000 giornalieri e negli ultimi giorni sono arrivati anche a 3000.
“…Siamo ancora in piena pandemia e il costante aumento dei contagi in tutta Italia – ha continuato Conte – seppur ancora sotto controllo, ci impone di tenere l’attenzione altissima e di continuare ad essere molto prudenti…”.
Domani il ministro della Salute Roberto Speranza dovrà presentarsi in Parlamento per chiedere la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio e poter discutere delle nuove normative anti-Covid in vigore dal mercoledì 7 ottobre. Fra queste la possibilità di un ritorno all’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto su tutto il territorio nazionale e la chiusura anticipata dei locali alle 23.
Il Presidente del Consiglio dei ministri assicura: “Stiamo elaborando un piano nazionale che dovrà consegnare alle generazioni future un paese rigenerato…”. Qualche problema è sorto con alcuni presidenti di Regione, Giovanni Toti in testa:”… Ci aspettiamo una convocazione a Roma – ha detto il governatore della Liguria – le mascherine vanno bene ma laddove servono…”.