Ingredienti:
Aperol 1/3
Vino bianco secco 1/3
Seltz 1/3
Ghiaccio cubetti 6
Arance 1 fetta
63 calorie per porzione
(Per alcuni è preferibile sostituire l’Aperol con il Campari)
Leggero, fresco, frizzante ma, soprattutto colorato, benchè sia una bevanda che evoca le tre città di origine, Venezia, Padova e Treviso, negli ultimi due anni lo spritz è diventato veramente internazionale e, in particolare, ha fatto impazzire gli abitanti della Grande Mela che lo hanno definito“ sole nel bicchiere”.
Due donne, negli Usa, fondatrici della rivista americana Punch, Talia Baiocchi e Leslie Pariseau, gli hanno addirittura dedicato un libro dal titolo: Spritz. Italy’s most iconic aperitivo cocktail, with recipes.
Ed anche il New York Times gli ha dedicato un lungo articolo dal titolo: “There’s a reason you’re drinking so much Aperol Spritz»”
Quali sono, quindi, i motivi che spingono a dissetarsi con lo Spritz?
Intanto il long drink offre una certa versatilità, perché ciascuno può interpretarlo a suo piacere, aggiungendo, al posto dell’Aperol, il suo liquore preferito. Poi, è leggero, al massimo raggiunge i 12° e si può continuare a bere per tutta una serata senza rischiare eccessivi danni.
Il giornale statunitense racconta che è diventato un vero e proprio fenomeno fashion: gli habitué degli aperitivi newyorkesi, infatti, amano farsi fotografare con in mano un bel bicchiere arancione tanto quanto amerebbero farsi immortalare con un accessorio all’ultima moda.
Negli ultimi anni, Aperol Spritz è diventato il long drink base preferito per molti bartender newyorkesi e lo si trova nei menù dei locali di tutta la città. Basti pensare che – stando al racconto del New York Times – presso il Caffe Dante del Greenwich Village, lo Spritz viene servito alla spina, proprio come la birra.
Poi non mancano le variazioni sul tema, rigorosamente made in USA: Estelle Bossy, direttrice del bar La Sirena di New York, ha sperimentato una versione a base di Aperol, prosecco, succo di pompelmo, limone, acqua di fiori d’arancio e vodka. E così via.
La tendenza per lo Spritz batte, oltreoceano, la moda per il vino rosé, amatissimo dagli americani fino ad oggi.
Secondo Square, un’azienda americana di servizi finanziari e di pagamento tramite smartphone, che ha raccolto i dati relativi ai pagamenti dei suoi clienti nel 2018, l’Aperol Spritz, negli Usa, ha registrato un incremento di vendite di +500% nell’arco dell’intero anno scorso.
Originario del Veneto, lo Spritz nasce durante la dominazione austriaca nel lombardo-veneto tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800.
Pare che il nome derivi da “spritzen” un verbo tedesco che significa spruzzare: infatti, i soldati tedeschi spruzzavano acqua o seltz nel vino veneto che ritenevano troppo forte.
La tradizione dello spritz con vino e acqua frizzante è rimasta nel bagaglio culturale dei veneti, ma anche dei milanesi.
Il moderno drink, invece, nasce negli anni 20-30 del Novecento a Venezia, quando si provò ad aggiungere l’Aperol, un aperitivo alcolico italiano dal suggestivo color arancio, creato nel 1919 a Padova dai fratelli Barbieri.
Da una decina d’anni, con l’acquisizione di Aperol da parte del gruppo Campari e le varie campagne pubblicitarie, lo Spritz si è diffuso prima in tutta Italia e poi anche negli Stati Uniti, dove è stato presentato dall’azienda come un emblema dell’italian life style.
Non resta che brindare al successo italiano e alla tradizione.