Da Palermo a Milano animalisti e protezionisti chiedono al Governo punizioni più severe e certezza della pena per i reati di maltrattamento e sevizie di animali.
PALERMO – Brucia vivo il suo Pitbull in pieno centro cittadino, poi fugge rischiando il linciaggio di diverse persone che l’hanno inseguito sino all’arrivo dei carabinieri. La gravissima vicenda di violenza gratuita in danno di un animale d’affezione si è consumata lo scorso 10 gennaio, alle 21.30 circa, quando un uomo, Carmelo Russo, 46 anni, senza fissa dimora, ha legato ad un palo segnaletico della centralissima piazza Croci il suo cane dandogli fuoco con del liquido infiammabile. I latrati del Pitbull richiamavano l’attenzione di diversi cittadini che avvisavano le forze dell’ordine accorse tempestivamente sul luogo riuscendo a soccorrere il cane ormai ridotto in condizioni disperate.
L’animale veniva trasportato d’urgenza presso un centro veterinario dove i sanitari tentavano qualsiasi terapia pur di salvargli la vita ma un paio di giorni dopo il povero Aron, registrato con microchip all’anagrafe canina, spirava dopo una dolorosa agonia in parte mitigata dai farmaci. Il clochard, circondato dai cittadini, veniva fatto oggetto di spintoni, parolacce e persino qualche schiaffo a cui rispondeva insultando e sputando alle persone che gli chiedevano il perché avesse fatto un gesto del genere:
”Aron era un cane cattivo – avrebbe risposto Russo – era indiavolato, aveva già ucciso un altro cagnolino e poteva ammazzare un bambino. L’ho dovuto fare…”. L’uomo, indubbiamente affetto da problemi psichiatrici, veniva salvato dal linciaggio grazie all’arrivo dei carabinieri che con non poca fatica riuscivano ad acciuffarlo e a trasportarlo in caserma per la successiva identificazione. La Procura di Palermo ha poi disposto l’iscrizione sul registro degli indagati per il clochard violento che, la notte della vigilia di Natale avrebbe occupato abusivamente un’area dismessa da anni dove avrebbe bruciato sterpaglie richiamando l’attenzione dei residenti che avevano segnalato l’episodio al Comune.
L’uomo è stato dunque denunciato per sevizie e maltrattamento di animali:
” Il Comune è pronto a costituirsi parte civile in questa drammatica vicenda – afferma Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, in una nota stampa – Non ci sono parole per descrivere un gesto totalmente folle provocato da una singola persona, se non esprimere la piena condanna e l’assoluta intollerabilità verso qualsiasi maltrattamento nei confronti di un animale… Grazie all’azione di attivisti e associazioni, oggi la sensibilità nei confronti degli animali è diversa rispetto al passato e voglio sottolineare l’impegno di chi si è prodigato per soccorrere e curare Aron, esempi da tenere a mente anche da parte delle istituzioni che devono proseguire lo sforzo a tutela degli animali”.
Lo sdegno per quanto accaduto e per gli altri episodi di violenza su animali avvenuti in altre regioni d’Italia hanno provocato la ferma protesta di animalisti e protezionisti che si sono incontrati a Milano, in piazza Castello, lo scorso 14 gennaio, per chiedere al Governo Meloni punizioni più severe e, soprattutto, certezza della pena. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) presenterà una denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo per maltrattamento e uccisione di animali (articolo 544 ter comma 3 del Codice penale) nei confronti del presunto responsabile dell’atroce gesto mentre altre iniziative analoghe verranno intraprese da altri sodalizi:
“Aspettiamo un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, come promesso da diverse parti politiche – ha aggiunto Massimo Comparotto, presidente Oipa – Soggetti che incrudeliscono contro gli animali sono soggetti pericolosi che possono tranquillamente passare dall’animale all’uomo. L’ordinamento dovrebbe considerare anche questo”.
Dopo le denunce di carabinieri, polizia e animalisti, e una volta cristallizzate le prove come sembra sia accaduto, gli inquirenti potrebbero portare a processo Carmelo Russo con il rito immediato qualora il pubblico ministero si veda accolta l’istanza dal Gip. L’Associazione italiana difesa animali ed Ambiente ha annunciato che si costituirà parte civile nel procedimento e che un eventuale risarcimento sarà interamente destinato alle associazioni che si occupano della rieducazione dei pitbull usati nei combattimenti clandestini a scopo di scommesse.
Nel breve volgere di un mese sono stati uccisi il gattino Leone, scuoiato vivo e lasciato agonizzante in strada ad Angri, in Campania, sei gattini dilaniati dai petardi a Chieti, quattro gattini morti seviziati dopo il parto ad Ardea, alle porte di Roma, una femmina di Bouledogue francese incinta torturata e uccisa a Lavinio, ad Alberobello un gatto è morto annegato dopo un calcio dato da una ragazzina che l’ha scaraventato nelle acque gelide di una fontana. La lista delle violenze sembra infinita.