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Anche i rapimenti sono… virtuali

In una società, ormai, prona alla tecnologia, tanto da essere venerata come l’unica Dea Assoluta dell’Olimpo, le novità arrivano a getto continuo. L’ultima riguarda il cybercrime.

Roma – Il nuovo stratagemma è il rapimento “virtuale” a scopo di estorsione. L’allarme è stato lanciato dagli USA, dove il fenomeno è molto diffuso, anche se non è proprio del tutto nuovo, visto che i primi sintomi si sono presentati nel 2017. Ma è con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) che si è registrata una forte impennata. Si tratta di un rapimento simulato che il criminale fa credere vero per sottrarre denaro alla povera vittima. Viene chiesto, quindi, un riscatto su una persona, quasi sempre un bambino, che non è mai stata rapita. Se tutto procede secondo i piani, la vittima della truffa effettua un pagamento online. Alla base del successo dell’inganno ci deve essere una forte dose di persuasione da parte dell’autore del rapimento, che deve convincere la povera vittima dell’imminente pericolo del rapito.

La minaccia delle voci falsificate nell’estorsione

Uno dei modi escogitati dai “cybercriminali” è fare ascoltare al telefono la voce del presunto rapito. Non è così complicato avere a disposizione la voce del bambino, basta seguirlo per qualche giorno, registrando ciò che dice o, ancora meglio, il suo pianto. L’IA ha reso ancora più efficaci le armi a disposizione dei truffatori/finti rapitori, affinandole e migliorandole. Ad esempio, i nuovi modelli generativi costruiti sull’apprendimento automatizzato, offrono la possibilità di generare la voce di una persona da un file audio anche non molto lungo. Fino a qualche tempo fa si poteva fare solo il copia e incolla dei file preregistrati, mentre con l’IA è possibile ottenere da zero dei file audio deepfake.

Si tratta di foto, video e audio che, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce. Ecco spiegato perché è possibile fare ascoltare alla vittima qualunque cosa, facendo credere che il rapimento fantasma fosse vero. Questo fenomeno si sta espandendo a macchia d’olio, al punto che molte aziende specializzate in “cybersicurezza”, stanno diffondendo pubblicazioni in cui vengono dati dei suggerimenti per affrontare il problema. Oggi, infatti, è molto facile trovare file video e audio sui social, con tutto quello che viene registrato anche la minuzia più insignificante! Proprio il materiale ideale per i malfattori, su cui possono realizzare i deepfake che sono alla base dei rapimenti virtuali. E’ come consegnare gratuitamente al boia la corda con cui ci impiccherà.

Rapimenti virtuali: un fenomeno in crescita

Quindi, massima attenzione su ciò che viene pubblicato sui social, anche se un invito di questo tipo è facile che non venga ascoltato, data la “sindrome da protagonisti” di cui sembra essere vittima la gran parte delle persone che utilizzano i social. Ad esempio, si possono trovare notizie sulle abitudini sia della futura vittima della truffa che del rapito virtuale. Ma come si dice, ci hanno dato la bicicletta e adesso ci tocca pedalare. Se è vero che il web offre tante opportunità e comodità, che prime stavano solo nel mondo dell’iperuranio, è altrettanto vero che con esso sono cresciuti gli imbrogli, gli inganni e il malaffare.

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