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Allegretti, il candidato M5s in Piemonte nel mirino per raggiro sui crediti d’imposta

Due le inchieste delle Procure di Torino e Asti partite da una maxi verifica dell’Agenzia delle Entrate. Conte “Ha fatto un passo indietro”.

Torino – Le inchieste su politica e malaffare coinvolgono anche il Movimento 5 Stelle. Un bel guaio per Giuseppe Conte, che si è tirato sempre fuori da ogni vicenda proveniente dalla Puglia come dalla Liguria per accreditare sé e i 5 Stelle come i più puri e lontani dalla corruzione. Infatti dalle procure di Asti e di Torino, emergono due inchieste entrambe relative a Marco Allegretti. Il candidato consigliere del Movimento alle prossime regionali in Piemonte infatti è accusato dagli inquirenti di sottrazione fraudolenta delle imposte.

Ma il leader M5S Giuseppe Conte annuncia che ha già fatto un passo indietro: “Questa mattina Allegretti, candidato con noi in Piemonte, – dice – ha scoperto da un quotidiano che ci sarebbe una inchiesta a suo carico. Mi ha chiamato e mi ha detto: ‘ho senso dell’onore, sono innocente, ma faccio subito un passo indietro e mi ritiro per senso dell’onore’. Questo noi siamo”. Conte aggiunge che “una volta chiarita la vicenda tornerà in politica con tutti gli onori del caso”. Ma insorge: “Con questo finto garantismo di confondere le responsabilità penali e quella politica succede che gli indagati ce li teniamo fino alla sentenza passato in giudicato quindi almeno 10 anni. Questa è la distruzione della politica”.

Marco Allegretti

Due filoni paralleli partiti da una maxi-verifica della Agenzia delle Entrate. Eppure il grillino ha sempre detto: “Credo in una azione politica per il bene dei cittadini e non per il personale vantaggio di pochi. Le 5 stelle Acqua, Ambiente, Trasporti, Connettività e Sviluppo, sono le mie priorità”, si è così presentato Allegretti agli elettori. Dall’accertamento delle Entrate sono nati così due filoni di inchiesta: “Uno per aver tentato di occultare 23 fabbricati ad Asti e altri 6 a Torino per evitare una procedura di riscossione da oltre due milioni di euro di contestazione. L’altro per “presunti progetti di ricerca asseritamente eseguiti” dalle sue società, “ceduti a terzi ovvero utilizzati per ottenere crediti fiscali quali costi capitalizzati di attività di ricerca e sviluppo, crediti che successivamente venivano portati in compensazione” dalle sue imprese o da terzi.

Attingendo dalle tesi di laurea degli studenti del Politecnico di Torino e dai progetti universitari venduti a “pacchetti” alle imprese, in altre parole, si sarebbero ottenute detrazioni al 50% e trattenere in cambio una parte di quei vantaggi. Un maxi-raggiro sui crediti d’imposta. Gli enti interessati dalle indagini dei pm di Asti e Torino sono rispettivamente Alma Ingegneria nel primo caso e i due consorzi Cifs e Cinfai e la EnviSens Technologies srl “costola” del Politecnico nel secondo. Ma sono una decina le società coinvolte nel meccanismo di creazione del credito, con reati che vanno da emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti a indebite compensazioni per un giro d’affari di decine di milioni di euro.

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