La detenzione di animali d'affezione in condizioni incompatibili per le loro caratteristiche etologiche è stato riconosciuto come un vero e proprio maltrattamento di animali.
Alessandria – Il Tribunale di Alessandria ha condannato a due mesi di detenzione Paola Lorenzetti, valenzana, per i reati di maltrattamento di animali e realizzazione e gestione di un canile rifugio abusivo. La donna deteneva in una casa in affitto a Valle San Bartolomeo, in provincia di Alessandria, 101 cani di razze diverse.
Il quadro emerso dagli atti processuali ha evidenziato uno stato generalizzato di maltrattamento degli animali, affetti da diverse patologie. Numerosi cani, considerate le condizioni in cui erano costretti a vivere, erano mordaci e aggressivi. La donna, che si definiva amante degli animali, era solita ospitare in una location chiamata “Il Paradiso di Naif” cani che arrivavano dal Sud Italia con l’intento dichiarato di aiutarli o salvarli dalla soppressione o da una triste esistenza nei cosiddetti ‘canili lager‘, incassando denaro che molti cittadini, in buona fede, elargivano per il benessere dei poveri quattro zampe.
Una truffa ai danni dei migliori amici dell’uomo: le autorità e i sanitari veterinari hanno scoperto una realtà assolutamente incompatibile con la detenzione di animali d’affezione. La polizia municipale, i veterinari e i tecnici dell’ASL hanno trovato cani ovunque: nelle camere, in giardino, in cucina, in condizioni sanitarie pessime.
La donna dovrà scontare la pena detentiva di due mesi, nonché provvedere al risarcimento dei danni, da quantificarsi in sede civile, per maltrattamento di animali, per aver procurato, per crudeltà e senza necessità, lesioni a più animali, ovvero per averli sottoposti a sevizie o a comportamenti non tollerabili per le loro caratteristiche etologiche. Come pena accessoria è stata disposta la confisca dei cani.
“…Si tratta di una sentenza molto importante – ha affermato Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa, l’Ente nazionale per la protezione degli animali – perché come hanno sottolineato anche i nostri avvocati (Claudia Ricci e Paola Bolla) che hanno seguito la causa, per la prima volta detenere cani in condizioni incompatibili è stato riconosciuto come un vero e proprio maltrattamento di animali. Questo caso evidenzia l’importanza della collaborazione tra Ats (ex Asl) ed associazioni: solo così si è riusciti ad intervenire tempestivamente in difesa degli animali…”.
Grazie all’attività congiunta della Procura della Repubblica, del servizio veterinario Ats, della polizia municipale e dell’ufficio Welfare Animale del Comune di Alessandria, il canile abusivo è stato chiuso definitivamente:”…Non posso che essere soddisfatto – ha commentato l’assessore al Welfare Animale, Giovanni Barosini – di questo risultato che ci ha permesso di mettere fine ad una situazione di oggettivo maltrattamento. La sinergia fra Enti ha consentito di agire a tutela del benessere degli animali che sono stati ricoverati e curati con il prezioso contributo dell’associazione Ata, che tengo personalmente a ringraziare per lo sforzo organizzativo e logistico che ha messo in campo…”.
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