L’omicidio di Vincenzo Trovato è ancora avvolto nel mistero. Le ragioni del terribile fatto di sangue emergeranno durante il dibattimento e anche i genitori della viottima sono fermamemente determinati a conoscere la verità. Il presunto assassino aveva assistito all’omicidio di un suo amico nel novembre del 2020.
BALESTRATE (Palermo) – È cominciato davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Palermo, presieduta da Vincenzo Terranova, il processo a carico di Gianvito Italiano, 33 anni, originario di Castelvetrano ma residente a San Donato Milanese, accusato dell’omicidio di Vincenzo Trovato, 22 anni, di Trappeto. Il delitto si era consumato sul lungomare “Felice D’Anna” di Balestrate nella notte fra l’11 e il 12 agosto dell’anno scorso, al culmine di una rissa dai contorni rimasti poco chiari.
Dalla ricostruzione dei carabinieri sembra che la vittima avesse fatto degli apprezzamenti alla compagna del presunto assassino o, addirittura, che avesse spintonato lo stesso Italiano sulla pista da ballo di un locale antistante i lidi balneari. Il violento alterco sarebbe poi degenerato fuori dalla discoteca e nelle mani di Italiano sarebbe comparso un coltello con il quale il giovane avrebbe colpito alla gamba Vincenzo Trovato.
Il giovane sarebbe morto quasi subito per dissanguamento a seguito del violento fendente che gli avrebbe reciso di netto l’arteria femorale. Inutile l’intervento del personale del 118 che non poteva fare altro che constare la morte del ventiduenne. Poi le indagini e il fermo dell’odierno imputato subito identificato dai militari grazie all’ausilio dei filmati delle videocamere di sorveglianza e delle dichiarazioni dei testimoni.
Il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile della famiglia, assistita dall’avvocato Sebastiano Giuseppe Muscolino, presente in aula come lo stesso imputato:
”Oggi finalmente si apre il processo contro l’unico indagato per l’omicidio del nostro Vincenzo – hanno detto Rosalia Colombo ed Enrico Trovato, genitori della vittima – in questi mesi siamo stati in attesa di più risposte che il processo, siamo certi, ci renderà tutte. Da sempre abbiamo chiesto verità e giustizia per Vincenzo. La giustizia sta facendo il suo corso e alla fine del processo siamo sicuri che avremo un responsabile e una sanzione esemplare per tutta la violenza che è stata esercitata su mio figlio colpito a morte in maniera brutale. Abbiamo visto le immagini di quella terribile notte e quella furia, quella rabbia contro mio figlio che è stato picchiato e pestato più volte e poi accoltellato mentre era a terra. Queste immagini ci hanno tolto il sonno…
…Ma quello che noi chiediamo allora non è solo giustizia, perché se oggi siamo qui lo dobbiamo all’enorme lavoro delle Forze dell’ordine e degli inquirenti che ha portato ad aprire il processo a soli sei mesi dall’omicidio. Quello che vogliamo è capire perché Vincenzo è morto, quali sono le ragioni e i motivi che hanno scatenato tutta questa violenza feroce contro un ragazzo di 22 anni durante una serata tranquilla tra amici. Capire che cosa é successo non ci restituirà Vincenzo ma aiuterà noi genitori, il fratello e tutta la famiglia a rassegnarsi e a cercare consolazione e serenità”.
Per il difensore dell’imputato, avvocato Franco Lo Sciuto, ci sarebbe un’altra verità: le immagini di un video mostrerebbero la vittima allontanarsi dalla rissa per poi tornare indietro e aggredire Gianvito Italiano. Infatti lo stesso perito della difesa avrebbe accertato che l’arteria femorale non sarebbe stata recisa. Se cosi fosse quali sarebbero allora le cause del decesso della vittima? Questo ed altri argomenti saranno al centro della prossima udienza che si svolgerà il 2 marzo prossimo. Pare che Gianvito Italiano avesse avuto un passato abbastanza difficile.
Il trentenne infatti avrebbe assistito all’omicidio di un suo amico, tale Vincenzo Adamo Favoroso di 33 anni, consumatosi a Castelvetrano nel novembre del 2020. In questo caso l’uomo sarebbe stato ucciso a colpi di fucile a canne mozze durante una rissa in un locale del centro storico del paese in provincia di Trapani, un tempo regno del boss Matteo Messina Denaro. In quella occasione, stranamente, i carabinieri avevano rilevato numerose tracce di sangue nel locale dove era scoppiata la rissa ma non il cadavere di Favoroso. Il corpo senza vita dell’uomo veniva ritrovato in un campo poco distante dal paese.
Sembra che a seguito di questa vicenda Italiano si fosse poi trasferito in provincia di Milano con la sua compagna. Ma era sembrata più una fuga che un trasferimento di residenza per motivi di lavoro.