Torniamo al nostro lavoro di cronaca, inchieste e giudiziaria lasciando ai siti istituzionali e alla stampa specializzata il compito di informare puntualmente sull’andamento della pandemia. Di contro non vogliamo essere complici di chi svende il Bel Paese facendo il gioco dell’UE
Per noi il CoVid 19 è già sconfitto. E non vorremmo parlarne più. Lasceremo ai siti istituzionali e alla stampa specializzata internazionale il proseguo puntuale dell’informazione sulla pandemia mentre noi, più umilmente, torneremo ad occuparci di inchieste e casi giudiziari.
Senza abbandonare la politica o, meglio, gli scandali che balzeranno alla ribalta delle cronache sin dai prossimi giorni se non, addirittura, da stasera quando il premier Conte dopo aver invocato Il Mes in Europa, a Parlamento chiuso in Italia, varerà ulteriori restrizioni che ci ridurranno sul lastrico. Sperando non nella bara. No, non vogliamo essere complici di chi ha aspettato questa disgrazia senza fare nulla per tempo. Non vogliamo essere complici dell’incapacità politica di questo Paese dove anche l’opposizione fugge chi a Nizza, chi in rete e chi ripete, in maniera demenziale, ringraziamenti alle forze dell’ordine nella speranza di qualche voto in più alle prossime elezioni, qualora riuscissimo a uscirne vivi. Insomma non vogliamo fare il palo a nessuno ma non possiamo sottacere gli abusi alla Costituzione che i soliti noti stanno perpetrando in queste drammatiche ore. Non possiamo tollerare di essere diventati lo zerbino d’Europa.
Non ce la facciamo più a vederci ai domiciliari per colpe non nostre pur sapendo che l’unica soluzione rimasta è l’isolamento, se vogliamo sopravvivere. Di contro sappiamo pure che ci hanno raccontato montagne di baggianate anche i camici bianchi. Relazioni contrastanti, conteggi di vittime dai dati prima confortanti e poi opposti, realizzazioni di vaccini e medicinali imminenti, speculazioni su guanti e mascherine, appalti truccati, medicinali inutili somministrati al posto di antivirali utilizzati soltanto a pazienti intubati e così via. Non vogliamo essere sodali di tutto e del contrario di tutto. Non vogliamo fare il cappello a chi, nel momento di parlare come Salvini, si limita a inveire contro il premier soltanto dal suo profilo Facebook.
E che dire della Meloni? Soltanto un grazie alla forze dell’ordine e un bel gesto di donazione dei soldi relativi all’indennità di Marzo di una piccola parte dei parlamentari di Fratelli d’Italia per l’ospedale di Bergamo? Tutto qui? Due spallate alle porte di Montecitorio, no? Ma ci credete fessi sul serio? Non vogliamo essere compari di merende di nessuno di coloro i quali hanno speculato sulla pelle dei malati e delle vittime di questa eccezionale influenza più virulenta e contagiosa che mai. Lasciamo a quelli bravi di lungo corso il compito di orientare la popolazione verso una determinata direzione che è opposta alla nostra. Una direzione che predice altri guai.
E guai di quelli tosti che poco o nulla avranno a che fare con il Coronavirus. In ultimo non vogliamo fare il moccolo all’Europa da cui, se fosse stato per noi, ce ne saremmo andati via ancora prima dell’Inghilterra per evitare, sperando di non essere profeti in patria, tutto ciò che avverrà nei prossimi giorni. Avete svenduto il Bel Paese per trenta denari, qualcuno dovrà assumersene la responsabilità. E se ci avete taciuto le cose più importanti, sappiate che vi abbiamo sgamato. Stavolta non ci siete riusciti e gli italiani hanno capito di che pasta siete fatti. Non vi lamentate poi se qualcuno, più esuberante, prenderà coscienza di sé a sassate. E’ un rischio che dovete correre. Del resto non è cosa nuova: guai ai vinti!