Per i dirigenti scolastici una scelta che aiuta l’inclusione. Sardone (Lega), “Decisione preoccupante che segna un precedente”.
Milano – Un giorno di vacanza a scuola in occasione della fine del Ramadan (Eid al Fitr). Non siamo nel mondo arabo, bensì a Pioltello, nel Milanese, tra i banchi dell’istituto comprensivo Iqbhal Masih. Nella scuola si starà a casa mercoledì 10 aprile: per la prima volta in Italia i bambini della primaria e della secondaria effettueranno un giorno di riposo in concomitanza dell’importante festività musulmana. La decisione è stata presa dal consiglio di istituto, votata all’unanimità dal Consiglio d’istituto lo scorso maggio, prevedendo un calendario scolastico che potesse includere una festività aggiuntiva per la fine del Ramadan (data che viene però stabilita ad anno scolastico già avviato).
“A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro – ha spiegato il dirigente Alessandro Fanfoni – I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà. Questa festa è per molti di loro una tradizione”. Parole che hanno suscitato la reazione dell’eurodeputata della Lega Silvia Sardone.
“Siamo in Italia, non in Arabia Saudita. È una decisione particolarmente rilevante – ha detto l’esponente del Carroccio -, preoccupante per quanto mi riguarda, che segna un precedente essendo probabilmente la prima volta in Italia che una scuola venga chiusa per il Ramadan. Per i dirigenti scolastici questa scelta aiuta l’inclusione. Io credo invece che sia un pericoloso arretramento sulla nostra identità”, ha concluso.