La donna scomparsa il primo maggio del 2014 da Ca’ Raffaello, frazione di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, si troverebbe ospite di un convento francese. Per l’omicidio della casalinga è stato condannato a 25 anni di reclusione don Gratien Alabi, il sacerdote congolese con il quale Guerrina avrebbe avuto un rapporto sentimentale. Il prete si è sempre professato innocente.
Badia Tedalda – Guerrina Piscaglia è viva e si troverebbe in un paese della Francia vicino al confine dell’Europa centrale. A riferirlo una nota sensitiva che avrebbe riferito le proprie visioni all’avvocato Riziero Angeletti, del Foro di Rieti, difensore del presunto assassino, che si è ripromesso di verificare quanto affermato dalla veggente entro il mese di dicembre recandosi in loco. Per il penalista la vicenda non è ancora finita:
“…Proprio perché la vicenda non è affatto definita, anzi sto lavorando all’istanza per un processo di revisione – dice Angeletti – credo sia doveroso andare a vedere per non lasciare nulla di intentato...”.
Per la legge il caso è chiuso grazie al granitico castello accusatorio messo su dal Pm Marco Dioni che aveva messo sotto scacco il sacerdote per via dell’uso del cellulare di Guerrina da parte del prete dopo la sua repentina sparizione, i suoi tentativi di depistaggio, i contatti telefonici con Guerrina interrotti dopo la scomparsa e la fantomatica presenza del famoso “Zio Francesco”, quale autore del rapimento, esistito soltanto nella mente dell’ex parroco di Ca’ Raffaello.
Ma se cosi non fosse che fine avrebbe fatto Guerrina? Una donna che in paese hanno sempre descritto come segnata da molti problemi, con un figlio disabile ed un marito che avrebbe cercato sempre di sostenerla sino all’arrivo di Don Alabi, che poi le avrebbe sconvolto la vita.
Non rimane altro che attendere il sopralluogo di Angeletti in terra francese. La speranza è l’ultima a morire.