Dopo 42 anni di omertà la verità potrebbe venire a galla

Il bambino spariva in maniera rocambolesca ma qualcuno aveva studiato il piano a tavolino. I bambini sconosciuti che avrebbero attirato l’attenzione di Sergino, la confusione del funerale e per ultimo l’intervento di un altro individuo per condurre il minore altrove hanno contribuito a consumare una scomparsa perfetta.

Macerata – Sergino Isidori spariva da casa il 23 aprile di 42 anni fa senza lasciare tracce. Un camionista che aveva parcheggiato il proprio mezzo davanti all’officina di famiglia riferirà di aver visto Sergino giocare con altri bambini sconosciuti.

Un ragazzino di 8 anni, tale Lorenzo, e una donna diranno ai carabinieri di aver visto Sergino in compagnia di un altro ragazzino o di un uomo molto basso camminare, mano nella mano, lungo via Corta di Villa Potenza, sino a sparire dalla loro visuale.

La casa dove abitava la famiglia Isidori e sotto l’officina di elettrauto di Eraldo

Da allora di Sergio Isidori, 5 anni, non si avranno più notizie certe e nemmeno segnalazioni affidabili, piuttosto telefonate di sciacalli e di balordi che chiedevano soldi ma senza dare alcuna prova dell’esistenza in vita del bambino.

Eraldo Isidori e Silvia Biagiola, genitori del bambino, verranno avvicinati anche da Vincenzo Canzonetta, all’epoca di 28 anni, un giovane di Civitanova dalla condotta deviante e che condivide amicizie con nomadi, giostrai e pregiudicati della zona. Già padre di 4 figli l’uomo farebbe qualsiasi cosa pur di procacciarsi quattrini tanto da arrivare a proporre la vendita di uno dei suoi bambini ad un panettiere.

Canzonetta, in seguito condannato per omicidio e reati diversi, si diletta nel tenere sedute spiritiche e sparge la voce in giro di essere capace di mettersi in contatto con i rapitori di Sergio, ovviamente dietro compenso.

Eraldo Isidori accetta la proposta ma vuole in cambio un indumento del bimbo e la certezza che Sergino stia bene. Canzonetta non darà alcuna prova del bambino e per falsa testimonianza e reticenza si beccherà 4 mesi di reclusione che si sommeranno ai successivi 26 anni per omicidio a scopo di rapina di un benzinaio a Porto Recanati a cui aveva rubato 200mila lire.

A sinistra Vincenzo Canzonetta Foto cronachemaceratesi.it

L’uomo ha poi continuato la sua carriera criminale anche dopo la condanna per omicidio. Canzonetta sapeva e sa qualcosa sulla sparizione di Sergino? Tra le persone che sono state condannate per estorsione in danno della famiglia Isidori c’è anche una cartomante, Anna Maria Zampi, suo figlio Roberto Putzu e il convivente Walter Ripani che fecero credere alla famiglia Isidori di poterlo riabbracciare dietro il pagamento di un riscatto.

Gli inquirenti trascurarono questa pista pare senza approfondire se la maga e i suoi congiunti fossero o meno a conoscenza della sparizione di Sergino e dei suoi rapitori, limitandosi a perseguirli solo per la tentata estorsione.

Nel giugno del 1980 Papa Karol Wojtyła durante l’Angelus lanciava un appello ai rapitori di Sergio Isidori affinché restituissero il bimbo ai suoi cari. L’appello del pontefice non sortiva alcun effetto e la vicenda tornava nell’oblio.

Eraldo Isidori

Nel febbraio del 2006, dopo anni di silenzio, un telespettatore di “Chi l’ha Visto” scriveva alla redazione alcune sue congetture sul caso poiché all’epoca del rapimento l’uomo pare abitasse nella stessa zona. Secondo la versione dei fatti fornita dal telespettatore le dichiarazioni del ragazzino Lorenzo sarebbero state male interpretate dagli inquirenti poiché un uomo molto basso, ovvero poco più alto di Sergio, esisteva sul serio e avrebbe fatto parte delle amicizie strette della cartomante Zampi, uscita di scena troppo presto.

Il campo nomadi di Macerata che all’epoca ospitava centinaia di rom e diverse altre etnie

Questa versione dei fatti confermerebbe un’altra testimonianza, quella di un uomo adulto, che avrebbe raccontato alla famiglia Isidori di aver visto la Zampi ed il suo compagno Ripani a bordo di un’auto con un fagotto riposto sul sedile posteriore nel quale poteva essere nascosto Sergio.

L’auto sarebbe transitata per il casello autostradale di Porto Recanati lo stesso giorno della scomparsa del bambino. Sarebbe bastato solo questo indizio, se approfondito dal punto di vista investigativo, per smontare l’alibi della sedicente veggente che aveva riferito agli inquirenti di trovarsi in Svizzera quel maledetto 23 aprile del 1979.  Perché non continuarono le indagini sulla scorta di queste menzogne?

Giorgia Isidori, presidente Penelope Marche

…I perché sono tantissimi – dice Giorgia Isidori, sorella di Sergino – le ricerche come le indagini furono prese sottogamba e l’idea che si erano fatti gli investigatori era quella che mio fratello fosse finito nel canale…”. La vicenda prenderà una piega assai diversa. 

(seconda parte)

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