Lavoro sommerso e fatture false, blitz della Finanza

Le Fiamme Gialle scoprono lavoratori irregolari e imprese fittizie che emettevano fatture false per ottenere vantaggi fiscali illeciti.

Ferrara – Nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio della provincia estense, i militari della Tenenza di Cento, nelle ultime settimane, hanno intensificato gli interventi ispettivi nel territorio dell’alto ferrarese per contrastare i fenomeni legati al lavoro sommerso e alle frodi fiscali.

Le attività ispettive condotte presso numerosi esercizi commerciali hanno consentito di individuare 13 lavoratori impiegati “in nero”, ossia in assenza delle previste comunicazioni agli enti competenti.

Di particolare rilievo risulta l’intervento eseguito presso un’officina meccanica, dove, a fronte di nove lavoratori impiegati, in quattro sono risultati completamente irregolari. Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso di ricostruire il meccanismo irregolare utilizzato, al fine di aggirare gli obblighi di legge, attuato attraverso una fittizia qualificazione dei dipendenti come “apprendisti” al fine di eludere il pagamento degli oneri connessi al regolare inquadramento contrattuale e alla formazione professionale (atteso che l’esercizio della mansione richiedeva il possesso di uno specifico patentino rilasciato all’esito di un percorso formativo teorico-pratico e il superamento di un esame finale).

Per le attività commerciali, nelle quali la percentuale di lavoratori irregolari ha superato le soglie fissate dalla normativa vigente, è stata avanzata al competente ispettorato territoriale del lavoro la proposta di sospensione dell’attività d’impresa, con la contestuale applicazione delle sanzioni amministrative a carico dei datori di lavoro responsabili.

Sul versante del contrasto delle frodi fiscali, al termine di articolati accertamenti di natura economico-finanziaria, le Fiamme Gialle centesi hanno avanzato ai competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate richieste di cessazione della partita IVA relative a 23 imprese, prevalentemente ubicate in diverse regioni del nord Italia, che risultavano prive dei requisiti sostanziali per l’esercizio dell’attività economica (quali, a mero titolo di esempio, di una sede legale ed operativa nonché di dipendenti o beni strumentali) e pertanto ritenute delle vere e proprie “cartiere”, ossia imprese dedite essenzialmente all’emissione di fatture false a favore di imprenditori interessati al conseguimento di illeciti risparmi fiscali.