I prezzi di affitti e acquisti di immobili sono saliti alle stelle e a farne le spese sono i giovani, sia single che in coppia. Occorrebbe una politica seria per assicurare un diritto sancito dalla Costituzione.
La casa, un’ossessione per tanti italiani. L’Italia è un paese con un’alta percentuale di proprietari di casa. Essere proprietari di un immobile, soprattutto dagli anni ’60 (il cosiddetto boom economico), ha rappresentato una meta ambìta per il ceto medio. Una conferma che si era riusciti a salire sull’ascensore sociale. Dai dati risulta che il 70,8% delle famiglie possiede la casa in cui vive.
Il tasso di proprietà in Italia è uno dei più alti tra i Paesi avanzati, anche se inferiore a quello di alcune nazioni dell’Europa orientale come la Romania. Il possesso della casa è diffuso anche tra le fasce di reddito più basse, con una percentuale di proprietari che aumenta progressivamente verso le famiglie più benestanti. Questo fino a qualche tempo fa. Oggi per i più giovani il sogno si è infranto, a causa delle difficoltà economiche e anche avere una casa in affitto sta assumendo toni drammatici dal punto di vista emotivo e finanziario.
Uno studio curato da HousingAnywhere, una piattaforma online per affitti a medio termine che mette in contatto inquilini, come studenti e giovani professionisti, con proprietari di immobili, ha confermato che la ricerca di una casa sta gettando nella prostrazione migliaia di persone. Il 72,6% vive col chiodo fisso di non riuscire a sostenerne le spese. Lo stato d’ansia scaturito causa disturbi del sonno, nervosismo strisciante e un’instabilità emotiva che si riflette sul lavoro e nei rapporti sociali. L’ansia sembra essere direttamente proporzionale alla grandezza della città.
Infatti, nelle grandi città, in cui è più marcato lo squilibrio tra domanda e offerta di alloggi, il fenomeno è più esasperato. I prezzi hanno raggiunto vertici che per qualsiasi cittadino medio sono fuori mercato. Come confermato dal “Rent Gap Monitor”, un report che analizza il divario tra i canoni di affitto richiesti e i budget dei locatari nelle principali città europee. Il report misura la differenza in euro e in percentuale, fornendo così un quadro del “gap” tra i prezzi di mercato e le aspettative degli inquilini. I giovani tentano di aggirare lo status quo con una serie di escamotage.

Ad esempio si presentano in coppia, fingendo di convivere per mostrarsi più convincenti ai locatori che sono più orientati ad affittare gli immobili a coppie e no a single o gruppi precari. Si tratta di tentativi che sono la spia di un mercato come una giungla, dove qualsiasi aspetto può servire tra tante candidature. Per i possidenti degli immobili l’immagine della coppia rappresenta una forma di stabilità nei pagamenti e di maggiore accortezza della dimora.
Insomma bisogna improvvisarsi attori occasionali per campare. Ma il teatro non piace a tutti. Il 12% opta per affitti in periferia o limitrofi e il pendolarismo. L’Italia paga lo scotto di una normativa farraginosa e di un’offerta squilibrata. Sarebbero utili incentivi fiscali per gli affittuari conformi alle leggi e piattaforme digitali più chiare e comprensibili, altrimenti il circolo vizioso continuerà all’infinito. I giovani fanno quello che possono per sopravvivere in una situazione deficitaria.
E’ la politica che dovrebbe offrire risposte concrete e cogenti, sembra in tutt’altre faccende affaccendata. La casa, non è solo uno spazio per ripararsi, avere il proverbiale “tetto sulla testa”, ma è un rifugio, un luogo intimo per coltivare i propri sogni e passoni.
Ed è un diritto fondamentale riconosciuto internazionalmente, malgrado non sia esplicitamente sancito dalla nostra Costituzione.