Falcone nel cuore dei giovani, la memoria non si spegne

Oltre 400 studenti si sono uniti alla teca della Croma blindata, riflettendo sul valore della legalità e del ricordo.

Roma – Nemmeno la pioggia battente ha fermato gli studenti dell’Istituto Villa Flaminia, che si sono stretti attorno alla teca della Quarto Savona 15, l’autovettura della scorta del giudice Giovanni Falcone, distrutta nella strage di Capaci. Un abbraccio simbolico, silenzioso e denso di significati, con cui oltre 400 ragazzi hanno accolto un pezzo di storia del Paese, trasformato in monito e responsabilità per le nuove generazioni.

Nel cortile dell’Istituto paritario di viale del Vignola, la teca con i resti della Croma blindata ha rappresentato il fulcro di un incontro dedicato al valore della memoria, alla cultura della legalità e al rispetto delle regole. L’iniziativa è stata organizzata dalla Questura di Roma, insieme alla dirigente scolastica e a Tina Montinaro, presidente dell’Associazione Quarto Savona Quindici e moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Falcone.

La tappa romana rientra nel viaggio itinerante che da anni attraversa gli istituti scolastici italiani, portando con sé il racconto degli uomini della scorta e di quel tragico viaggio interrotto il 23 maggio 1992. La Croma blindata, colpita da una deflagrazione di 600 chili di tritolo, venne ritrovata ore dopo in un uliveto, a centinaia di metri dal luogo dell’esplosione: un’immagine che ancora oggi rappresenta una ferita aperta nella coscienza civile. I giovani studenti, insieme ai poliziotti, hanno ascoltato in silenzio la ricostruzione dei fatti, per poi lasciarsi andare ad un momento di forte commozione davanti alla proiezione del filmato dedicato alla strage di Capaci.

All’evento ha preso parte il Questore di Roma, che ha ricordato il sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. “Non dimenticare la strage di Capaci – ha sottolineato – significa assumersi l’impegno di costruire un futuro fondato su rispetto, responsabilità e libertà. La memoria è un dovere, non solo un ricordo”. La mattinata si è conclusa con un lungo applauso degli studenti, un segno semplice ma potente: la consapevolezza che la lotta alle mafie passa anche attraverso la conoscenza e la capacità di custodire ciò che la storia, nel suo dolore, ha consegnato al Paese.