La tazzina di caffè si avvicina sempre di più ai 2 euro. Gli esperti dicono che è colpa della scarsa qualità del prodotto, dei mutamenti del clima e degli speculatori. Ma è proprio cosi?
Com’è amaro ‘sto caffè! Nelle nostre tradizioni la famosa bevanda ha assunto un ruolo rilevante, al punto da assurgere a vero e proprio rito. E’, infatti, simbolo di socialità, convivialità e costume, che dà il ritmo alla giornata, ad un momento di relax o ad un incontro. Ci accompagna durante tutta la giornata: al mattino per la colazione, per il break e dopo i pasti. E’ un modo piacevole per incontrarsi al bar con gli amici per fare due chiacchiere in libertà dopo essersi inebriati dal suo intenso profumo.
Con gli anni si è trasformato in simbolo della italianità nel mondo, testimonianza di raffinatezza e sensibilità sensoriale. E’ talmente penetrato negli usi e costumi sociali che a Napoli esiste il “caffè sospeso“, un’antica tradizione di solidarietà, in cui una persona paga due caffè al bar, ne beve uno e lascia l’altro “sospeso” per un cliente che non può permetterselo. Questa pratica è nata per aiutare i meno abbienti e oggi, pur mantenendo le sue radici, si è diffusa anche a livello internazionale, spesso per un atto di generosità e condivisione.
Il bar è il luogo per antonomasia in cui si consuma il caffè espresso al bancone per una pausa veloce e due chiacchiere en passant, diventato nel corso degli anni un luogo iconico. Il caffè è stato anche strumento per parlare d’altro, una sorta di “parlo a suocera perché nuora intenda“. Come ha fatto in modo sublime il grande e compianto Pino Daniele, cantautore e musicista partenopeo, con la sua ‘Na tazzulella ‘e cafè. Una denuncia sociale che critica l’immobilismo e la rassegnazione del popolo napoletano di fronte alle ingiustizie e ai soprusi del potere. Il caffè come metafora per testimoniare la “cultura del contentino” concessa dai potenti al popolo per deviarlo da problemi ben più seri.
Un modo arguto per usare la leggerezza come arma di denuncia contro le ingiustizie quotidiane. Il caffè come oppio del popolo partenopeo. Ora questa bevanda diffusasi su tutto il territorio nazionale ha raggiunto costi esorbitanti, con aumenti anche del 40% in alcuni casi. La tendenza è iniziata nel 2021 e non accenna a fermarsi. Il 1° ottobre scorso, durante la Giornata Internazionale del Caffè, è stato diffuso un report a cura del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) e di Assoutenti.

Il primo si occupa di analizzare le abitudini di consumo, sia a livello teorico che pratico. La seconda è un’associazione per tutelare e promuovere i diritti fondamentali dei consumatori, in particolare degli utenti dei servizi pubblici. E’ emerso che il prezzo della bevanda “cult” degli italiani è aumentato del 20% negli ultimi 4 anni. L’aumento è diversificato su tutto il territorio nazionale. La città più cara è Bolzano con una media di 1,47 euro la tazzina e poi altre località del settentrione. Quella più economica è Catanzaro. In totale, secondo i ricercatori, la crescita del prezzo del caffè, graverebbe sulle già scarse risorse degli italiani a 1,3 miliardi di euro, pari a circa 6 miliardi di tazzine consumate.
Non ci si dovrebbe meravigliare se tra qualche anno il costo della tazzina arriverà a 2 euro. A questo punto molti penseranno ad una spending review, iniziando dal caffè al bar e optando per la classica moka casalinga. Non proprio la stessa cosa, non solo dal punto di vista del gusto, ma per tutto ciò che il caffè bevuto al bar rappresenta. Molti esperti ritengono che l’aumento dei prezzi sia dovuto alla scarsità del prodotto, ai mutamenti del clima e agli speculatori, che non mancano mai quando c’è da approfittare dei momenti difficili.
E’ sconfortante constatare che a causa di una serie di fattori, economici, climatici, tecnologici, tutti gli spazi di aggregazione e socialità si stanno restringendo. Neppure quell’azione di breve durata, ossia andare al bar per portare la tazzina di caffè alla bocca dove averne annusato l’aroma, resisterà a questi tempi critici. Oltre la vita, anche il caffè è diventato amaro!