Raggiungere la meta ovvero il rinnovo dell’agognato documento per chi ha più di qualche problema di salute rimane un’impresa titanica. Giusto controllare chi guida ma senza accanirsi.
“Volevo solo rinnovare la patente!”. E’ il grido di denuncia di un comune cittadino, ogni volta che si devono percorrere le ripide strade della burocrazia italiana. L’eroe involontario di questa bizzarra avventura vive a Bologna. E’ prossimo alla pensione di vecchiaia. Come tanti a quell’età, ha una serie di patologie per cui deve rinnovare la patente ogni due anni.
Il problema non è l’atto in sé, perché è giusto che la Pubblica Amministrazione (PA) si accerti delle condizioni di salute di chi si mette alla guida di un’auto ad una certa età, con tutti gli incidenti che la cronaca puntualmente registra. Ma l’iter procedurale per arrivare all’agognata meta è irto di ostacoli. Già prenotare in tempo al Centro Unificato Prenotazioni (CUP) è come indovinare un terno al lotto. Bisogna pensarci molti mesi prima, altrimenti si rischia di fissare una data posteriore alla vista di quella che la legge definisce un’autorizzazione amministrativa che abilita alla guida di veicoli a motore su strada.
In questo caso si deve chiedere un permesso di guida provvisorio, valido solo fino al giorno della visita. Il documento può essere rilasciato solo se vengono soddisfatte alcune condizioni: la patente da rinnovare è ancora in corso di validità; la prenotazione della visita è stata già effettuata; versare i diritti dovuti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il permesso si può ottenere tramite le autoscuole, gli uffici ACI o studi di consulenza automobilistica.
Il tratto più tortuoso è rappresentato dalla documentazione medica da allegare in base alle patologie di cui il richiedente è vittima e che va presentata alla Commissione Patenti dell’AUSL. Il nostro eroe è afflitto da varie patologie per i cui farmaci beneficia dell’esenzione dal pagamento ticket. Nel caso del rinnovo della patente per patologia, gli esami e le visite devono essere erogati dalle strutture pubbliche. I costi sono a totale carico del richiedente come previsto dal nuovo codice della strada e non devono gravare sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La documentazione non deve essere anteriore di 30 o 90 giorni, a secondo delle patologie. Ora già è incomprensibile il fatto che una persona affetta da malattia, con esenzione del ticket, per la fattispecie è come se non lo fosse. Inoltre un cittadino con problemi già è svantaggiato di suo, perché erigergli altri ostacoli con la richiesta di documentazione che prevede una serie di visite mediche da effettuare nel territorio provinciale? Con tutta la sequela di atti da compiere, piaccia o no. Ossia fila chilometrica al CUP ad attendere pazientemente il proprio turno, con il suono che annuncia il numero del prossimo utente che in successione diventa quasi molesto.
Quando è arrivato il turno, il nostro protagonista ha emesso un lungo sospiro di sollievo, affidandosi alla clemenza degli dei. Evidentemente quest’ultimi erano distratti, perché qualche visita bisognava prenotarla in altro luogo e altre contattando il CUP telefonico. Quest’ultimo, dopo un’attesa spasmodica all’apparecchio, spiegò che quel tipo di visite si dovevano prenotare solo al CUP. Il giorno successivo alla stessa Casa della Salute dove si era recato qualche giorno prima, la solita trafila, lo stesso operatore che manifestò tutto il suo stupore per l’accaduto.
Comunque, lo sfortunato protagonista fu costretto a prenotare tre visite in Libera Professione presso l’AUSL cittadina, altrimenti sforava la data del rinnovo. A parte il trambusto emotivo e lo stress, che ad una certa età si avverte con maggiore intensità, alla fine della fiera, anche il conto da pagare è stato salato: 464,80 euro, che non sono proprio noccioline, coi tempi che corrono! Rinnovare la patente per patologie si è rivelato un meccanismo…patologico e costoso!