Il vicepremier attacca Decaro e la sanità regionale. Poi ribadisce la linea sull’immigrazione: “Chi non rispetta le nostre leggi può andarsene”
Brindisi – Matteo Salvini si presenta in Puglia con l’obiettivo di ribaltare due decenni di governo regionale del centrosinistra. A Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, il vicepremier e leader della Lega ha rivendicato la possibilità di un risultato storico per il suo partito alle prossime elezioni regionali, contestando l’idea che la vittoria del candidato dem Antonio Decaro sia scontata.
Secondo Salvini, la Lega è destinata a ottenere il suo massimo risultato di sempre in regione, mentre l’alternanza dopo un ventennio di governi progressisti sarebbe ormai necessaria. Il leader del Carroccio ha criticato apertamente la continuità amministrativa che va da Nichi Vendola a Michele Emiliano fino al candidato attuale, definendoli tutti della stessa pasta politica. La promessa di cambiamento del centrosinistra dopo vent’anni di gestione del potere non sarebbe quindi credibile agli occhi degli elettori.
Il tema centrale della campagna leghista resta la sanità regionale. Il vicepremier ha promesso che dove governano Lega e centrodestra l’offerta sanitaria migliora sensibilmente e le liste d’attesa si riducono in modo drastico rispetto alla situazione attuale pugliese. Una frecciata diretta all’amministrazione uscente e alla sua gestione del sistema sanitario, spesso al centro delle polemiche per tempi d’attesa e carenze strutturali.
Salvini ha poi voluto rassicurare i pugliesi sulla sua presenza costante sul territorio, non limitata alla sola campagna elettorale. Il leader leghista ha sottolineato come la Puglia accumuli ritardi significativi nelle infrastrutture, dalle strade alle autostrade fino alle ferrovie, promettendo un impegno continuativo nei prossimi mesi per recuperare il terreno perduto.
Le dichiarazioni più dure sono arrivate però sul tema dell’immigrazione, dopo le polemiche suscitate dal comizio di Bari del giorno precedente. Interrogato dai giornalisti, Salvini ha rivendicato le sue parole con toni ancora più netti, pur dichiarando di esprimersi con sobrietà e serenità.
Il ragionamento del vicepremier parte da un confronto storico: l’Italia è stata terra di emigrazione e i connazionali partiti all’estero non imponevano le proprie usanze ma chiedevano rispetto e opportunità. Oggi invece, secondo Salvini, alcuni immigrati pretenderebbero di modificare leggi, tradizioni, culture e religioni del Paese ospitante senza alcuna volontà di integrazione.
Il bersaglio esplicito sono i fanatici islamici che, a detta del leader leghista, non sarebbero interessati a integrarsi ma vorrebbero cancellare il passato, il presente e il futuro dell’Italia. Come esempio concreto ha citato le polemiche ricorrenti sul Natale, prevedendo che anche quest’anno qualcuno chiederà di eliminare presepi e riferimenti a Gesù bambino in nome dell’accoglienza.
Per Salvini cancellare le tradizioni natalizie non rappresenta un gesto intelligente né per gli italiani né per gli ospiti stranieri. Da qui la sua posizione: chi arriva in Italia senza rispettare leggi e tradizioni può tornarsene nel proprio Paese con un biglietto di sola andata, senza che nessuno ne senta la mancanza.
Il vicepremier ha ribadito il concetto del rispetto reciproco: è disposto a darlo solo a chi lo porta a sua volta, mentre chi arriva con intenti aggressivi o offensivi verso le consuetudini locali non merita accoglienza. Una linea politica che conferma l’identità più marcata della Lega su sicurezza e controllo dei flussi migratori, temi che Salvini intende portare anche al centro della campagna elettorale pugliese insieme alle critiche sulla gestione sanitaria regionale.