Minoranza e associazioni: “Risultato storico, ora vigiliamo sull’applicazione. La mobilitazione civica ha vinto una battaglia cruciale”.
Parona – La Provincia di Pavia, con un atto ufficiale di diffida, ha riconosciuto la fondatezza di tutte le segnalazioni presentate da mesi dai cittadini, dalla Minoranza consiliare e dalle associazioni ambientaliste contro le emissioni fuggitive dell’impianto INTALS di Parona. La diffida, un provvedimento giuridicamente vincolante, fotografa una situazione grave e strutturale: l’impianto di aspirazione è sovraccarico e la gestione aziendale presenta gravi lacune, tanto da spingere l’ente a minacciare la sospensione dell’attività di fusione in caso di mancato adempimento.
Questo fondamentale risultato è la diretta conseguenza della mobilitazione civica e di un lavoro politico unitario. Senza le immagini, i video e le instancabili segnalazioni dei cittadini, che hanno sopperito all’impossibilità dei controlli ufficiali di documentare il fenomeno per la sua natura “fuggitiva”, questa diffida non sarebbe mai arrivata.
Ora chiediamo all’Amministrazione Provinciale di vigilare con il massimo rigore sull’attuazione della diffida. Non abbasseremo la guardia finché non vedremo miglioramenti concreti e misurabili per la salute pubblica e l’ambiente. Ci appelliamo a tutte le forze politiche e sociali del territorio affinché sostengano questa battaglia di civiltà.
COME SI È ARRIVATI A QUESTO RISULTATO: LA FORZA DI UN LAVORO COLLETTIVO
Il raggiungimento di questo obiettivo non è frutto del caso, ma il risultato di un lavoro collettivo e di una strategia politica unitaria portata avanti con determinazione.
1. Una regia politica coesa e trasversale.
In questa legislatura, la Minoranza consiliare ha operato con una regia unitaria, trovando il pieno appoggio del gruppo “Insieme per Parona” e la fiducia di tutti i consiglieri di opposizione. Questo ha permesso di agire non come singoli, ma come una squadra compatta, in grado di esercitare una pressione costante e documentata. Sebbene, in quanto minoranza, non avessimo il potere decisionale, la nostra azione è stata resa più incisiva dalla totale trasparenza verso i cittadini, fornendo documenti e informazioni nel rigoroso rispetto della legge. Questa scelta ha contribuito a rendere meno prudenti e più responsabili gli enti preposti al controllo.
2. I cittadini, sentinelle attive e determinanti.
Il primo e più importante ringraziamento va alla popolazione di Parona, che non ha mai smesso di segnalare gli odori molesti. Un ruolo cruciale è stato svolto dai video e dalle foto realizzati dai cittadini, che per anni hanno documentato la realtà delle emissioni fuggitive, mostrando chiaramente come i fumi fuoriuscissero non dai camini filtrati, ma dalle paratie esterne dell’edificio – esattamente come poi accertato dalla diffida a causa dell’impianto di captazione sovraccarico. Queste prove, raccolte e integrate nelle denunce, si sono rivelate più efficaci dei filmati ufficiali del Comune, mai resi pubblici, e hanno fornito la evidenza visiva inoppugnabile del problema.
3. La sinergia con il territorio e la leva legale.
Determinante è stata la presa di posizione tecnica del WWF Lomellina, che ha chiarito con autorevolezza le regole da rispettare, oggi richiamate puntualmente nella diffida. Un contributo fondamentale è arrivato anche dalle altre associazioni tramite la Consulta, guidata dal Presidente Riccardo Orlandi.
L’azione più dirompente, però, è stata la denuncia formale di Enrico Canna e i suoi successivi ricorsi integrativi. Questa iniziativa, che ha attivato pressioni istituzionali a tutti i livelli, ha creato una condizione di scrutinio ineludibile per gli enti competenti, costringendo a un livello di attenzione e azione che in passato era solo un sogno.
Ora la vigilanza continua.
Questo risultato dimostra che quando la politica fa squadra, ascolta i cittadini e agisce con trasparenza e determinazione, può ottenere risultati concreti. La nostra attenzione ora è tutta rivolta a vigilare affinché non si abbassi la guardia e la diffida si traduca in fatti tangibili per la nostra comunità.
Basandosi sull’analisi del documento di diffida, emerge un quadro di gravità ineccepibile. Ecco una sintesi dei punti chiave.
1. Il Problema di Fondo è Grave e Strutturale.
La diffida non riguarda un semplice episodio isolato, ma un pattern ripetuto e crescente di “emissioni fuggitive” (fuoriuscite di fumi, polveri e odori dall’impianto) che si verifica ormai da almeno un anno. La Provincia e ARPA non lo considerano più un incidente sporadico, ma un problema cronico.
2. La Causa Principale è Chiara e (in parte) Ammessa.
· Causa Tecnica/Impiantistica (Ammessa da Intals): L’impianto di aspirazione e filtraggio – che dovrebbe catturare tutte le emissioni – è sovraccarico e sottodimensionato. Intals stessa ha dichiarato che le modifiche apportate negli anni (aggiunta di nuovi forni) hanno “saturato la capacità filtrante di progetto”, senza lasciare margini di sicurezza. In pratica, l’impianto non riesce a gestire i picchi o i guasti, portando sistematicamente a fuoriuscite.
· Causa Gestionale (Evidenziata da ARPA e Provincia): Emergono gravi carenze nella gestione quotidiana. ARPA rileva:
o Procedure di allerta inefficaci: Il personale interno non rileva o non segnala tempestivamente le anomalie.
o Lacune nella formazione: Il personale non è sufficientemente preparato a prevenire o gestire questi eventi.
o Mancata manutenzione: Viene citato un caso emblematico di una perdita di carbone attivo che generava polveri diffuse, segno di una scarsa manutenzione ordinaria.
3. Le Giustificazioni di Intals Sono State Smentite.
Inizialmente, Intals tendeva a minimizzare, dichiarando spesso “assenza di disguidi” in risposta alle segnalazioni. Tuttavia, le prove raccolte – le segnalazioni dei cittadini, le immagini, le stesse comunicazioni di guasto di Intals – e le risultanze ispettive di ARPA hanno dimostrato che il problema è reale, frequente e percepito anche all’esterno dello stabilimento.
4. La Diffida è un Atto Molto Forte e Dettagliato.
La Provincia non si è limitata a un richiamo generico. Ha emesso un provvedimento giuridicamente vincolante che:
· Impone obblighi immediati: Intals ha solo 15 giorni lavorativi per presentare un piano operativo e gestionale dettagliatissimo.
· Richiede azioni concrete: Il piano deve specificare come intende gestire le linee di fusione, anche a costo di ridurre l’attività o non far funzionare contemporaneamente tutti i forni.
· Mira al controllo nel “periodo transitorio”: Fino a quando non realizzerà gli interventi strutturali per potenziare l’impianto (che richiederanno tempo), Intals deve dimostrare come, da subito, impedirà le emissioni fuggitive con le strutture attuali.
· Minaccia sanzioni severe: In caso di inadempienza, la Provincia si riserva di sospendere l’attività delle linee di fusione, un’opzione che avrebbe un impatto economico molto serio per l’azienda.