Il Rapporto “Paesaggi sommersi” lancia l’allarme: entro il 2050 il 70% delle spiagge italiane sarà eroso. Ma la politica resta alla finestra.
Ci sono Amministratori che stanno lavorando a fare della loro città una “Città spugna” ed hanno messo al centro della loro azione la sostenibilità urbana e l’adattamento ai cambiamenti climatici e ci sono amministratori che invece ancora si attardano a propagandare una nuova lingua d’asfalto gettata sulle nostre strade (magari alla vigilia di una tornata elettorale) come se fosse chi sa quale conquista e addirittura “per grazia ricevuta”.
E quest’ultimi, per consenso ricevuto, abbondano purtroppo dalle nostre parti. Prima di lamentarsi per ciò che accade o non accade nei nostri territori occorrerebbe andare con la mente al momento del voto, assumendoci le nostre responsabilità. A quegli amministratori con la visione che non va al di là del proprio naso e che per tutto il loro mandato non fanno che pensare (ed agire) al solo scopo di assicurarsi una rielezione, sarà sicuramente sfuggito il XVII Rapporto della Società Geografica Italiana “PAESAGGI SOMMERSI. Geografie della crisi climatica nei territori costieri italiani”, ove si legge che in Italia già nel 2050 circa il 70% delle spiagge risulterà in erosione e sarà probabilmente quasi completamente sommersa il 20% della loro superficie attuale. In particolare, le previsioni del Rapporto della Società Geografica Italiana prevedono che l’impatto sulle spiagge attrezzate in Campania nel 2100 sarà il più elevato tra tutte le regioni: il 75% degli stabilimenti balneari campani sono in spiagge a rischio, mentre la regione è al terzo posto in termini di arretramento complessivo delle spiagge.
Il Rapporto dedica un piccolo approfondimento alla Foce del Volturno (Castel Volturno, CE), ove si legge: “… a partire dalla metà degli anni Cinquanta si registrano importanti fenomeni erosivi con l’arretramento della foce di circa 700 metri. Infine, a seguito della realizzazione del Porto Turistico di Pineta Mare, il regime idrodinamico del settore appare completamente alterato: i materiali trasportati dalla zona di Foce Volturno sono intercettati dal molo foraneo del porto causando un ripascimento di oltre 30 metri e fino a 150 metri in pochissimi anni, mentre le spiagge a sud est del molo entrano rapidamente in crisi erosiva. Tali arretramenti sono da correlare all’intensa attività estrattiva nell’alveo, sulle spiagge e alla foce, nonché alle opere di regimazione fluviale. Nel bacino idrografico si contano 4 traverse e 10 sbarramenti artificiali a scopo idroelettrico e/o irriguo e vi è stata una importante attività di prelievo di inerti. Alla destra orografica del fiume vi è una densità abitativa elevata, concentrandosi in quell’area la quasi totalità dell’abitato comunale. Inoltre, in questa zona, si osserva un crescente inquinamento e degrado ambientale. Tale degrado è molto rilevante anche in tutti i sistemi di zone umide retrostanti al litorale – per esempio i Laghi Nabi e le Oasi dei Variconi o, nel comune di Villa Literno, l’Oasi delle Soglitelle …”.
Il Rapporto riporta anche uno studio (Gioia e Guadagno, 2024) sull’area costiera del Golfo di Gaeta: “una porzione di costa situata tra Lazio e Campania che si estende per circa 150 km lungo il Mar Tirreno centrale. L’area comprende 16 comuni, da San Felice Circeo a nord fino a Monte di Procida a sud, suddivisi equamente tra le due regioni. Attualmente, l’area conta circa 510.000 abitanti, con una forte influenza del turismo stagionale e una presenza significativa di forza lavoro migrante non registrata”. Lo studio, che ha cercato di cogliere, tra l’altro, i pareri (le percezioni) dei cittadini rispetto alle crisi in atto, certifica una percezione negativa della gestione costiera in Campania, con osservazioni su privatizzazioni diffuse e l’associazione di autorità pubbliche a interessi privati o criminali. “A livello amministrativo, si vedono azioni frammentate e prevalgono interessi personali e micro-interessi”. “Vedo molte privatizzazioni. Così, dove è privato è ben tenuto, mentre la spiaggia pubblica è molto sporca, e l’autorità pubblica è spesso legata ad attività criminali”. “La gestione costiera è completamente affidata ai privati”.
Ma, come si diceva, chi ci (s)governa (e che molti elettori si accingono masochisticamente a confermare) con lo sguardo non va quasi mai oltre l’oggi e il “piccolo cabotaggio” (quasi mai legittimo) e, quindi, di fronte a previsioni a 25 o addirittura a 75 anni si lascerà andare a una grassa risata e ci riserverà una sonora pernacchia. Per questa specie di politico (si fa per dire) per “governare” le “sue” spiagge basterà affidarsi ad un “fiduciario” ex 110 TUEL part time e a tempo determinato (magari, visti i servigi resi, da trasformare poi in dipendente di ruolo, anche per prevenire la mannaia del dissesto), al quale chiedere semmai anche come “tampasiare” sulle gare ad evidenza pubblica per l’affidamento di un campo sportivo o di un palazzetto dello sport.
Tuttavia, da inguaribili ottimisti, vogliamo ancora sperare che tali previsioni possano suscitare qualche reazione, soprattutto al momento del voto.