Confiscati beni per 1,3 milioni di euro a un ex commercialista

Tenore di vita sproporzionato e ricchezza illecita: la misura patrimoniale è stata eseguita da Guardia di Finanza e Polizia di Stato.

Bergamo – Tenore di vita sproporzionato e ricchezza accumulata illecitamente. Eseguita congiuntamente alla polizia di stato di Bergamo. Misura di prevenzione patrimoniale per oltre 1,3 milioni di euro nei confronti di ex funzionario pubblico.

Nel corso della mattinata odierna, la Guardia di Finanza di Bergamo e la Polizia di Stato di Bergamo hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca – emesso dalla Corte d’Appello di Brescia, Sezione Misure di Prevenzione – per beni immobili e valori pari a circa 1,3 milioni di euro. Ciò è il risultato della proposta del Questore della Provincia di Bergamo e del Procuratore della Repubblica di Brescia nel 2022 e degli accertamenti economici finanziari espletati contestualmente dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria.

La misura, emessa il 21 ottobre 2025 dalla Corte d’Appello di Brescia – Sezione Misure di Prevenzione – è diretta ad un ex commercialista bergamasco, cancellato dall’Albo nel 2005 e attualmente detenuto, dopo un periodo di latitanza in Romania, per numerosi reati, quali: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, truffa aggravata ai danni dello Stato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni sociali.

L’attività di indagine, condotta da personale della Divisione Anticrimine della Questura e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, ha permesso di disvelare l’attività posta in essere fino al 2022 – data della carcerazione -, finalizzata a trarre ingenti profitti illeciti, con i quali lo stesso ha provveduto a creare la provvista necessaria per l’acquisto di immobili e del valore dei beni oggi confiscati.

Dalla lettura delle sentenze, emesse tra il 2011 ed il 2016 a carico dello stesso soggetto, emerge come costui, avvalendosi di numerosi prestanomi, abbia rivestito il ruolo di amministratore di fatto di società strumentale alla commissione di diversificati delitti in ambito economico, soprattutto a danno dello Stato, che gli hanno permesso di accumulare illecitamente oltre 15 milioni di euro.

L’articolata analisi documentale, concretizzatasi anche nel tracciamento di movimentazioni finanziarie transnazionali, ha permesso infatti di dimostrare la pericolosità sociale dello stesso, evidenziando l’ingente sproporzione del suo tenore di vita e del patrimonio accumulato, rispetto alla sua reale e lecita capacità economica.