Le vessazioni continue prima della morte di Roberta Bertacchi

La Procura ha chiuso le indagini a carico del fidanzato 35enne. Depennata l’ipotesi di istigazione al suicidio ma i familiari della vittima sono pronti a opporsi.

Casarano – Dietro la scomparsa di Roberta Bertacchi, la ventiseienne di Ruffano trovata senza vita il 6 gennaio 2024 sul terrazzo della sua casa in affitto a Casarano, si cela una drammatica storia di soprusi e violenza domestica.

Il pubblico ministero Rosaria Petrolo ha firmato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari nei confronti di Davide Falcone, trentacinquenne del posto attualmente recluso a seguito del blitz antidroga “Fortezza”. All’uomo viene contestato il reato di maltrattamenti in famiglia. È stata invece avanzata richiesta di archiviazione per quanto riguarda l’accusa di aver istigato la giovane a togliersi la vita, una decisione che i parenti della vittima, assistiti dagli avvocati Luciano De Francesco e Silvia Romano, intendono contestare.

Le indagini dell’Arma dei Carabinieri, integrate dall’esame dei contenuti digitali estratti dai telefoni cellulari di entrambi i protagonisti, hanno portato alla luce una serie di aggressioni e umiliazioni iniziate nell’ottobre 2023. La ragazza era finita in una spirale di sofferenza tale da dover ricorrere a cure psicofarmacologiche per gestire il proprio malessere emotivo.

Gli atti processuali documentano comportamenti violenti ripetuti, spesso favoriti dall’abuso di alcol da parte dell’indagato. In una serata di novembre dello scorso anno, Falcone cacciò in malo modo da un bar un ex partner di Roberta che aveva semplicemente tentato di scambiare un saluto con lei. In altre tre occasioni distinte l’uomo picchiò la compagna. Durante i festeggiamenti per l’ultimo dell’anno, la giovane fu sottoposta a una serie di accuse umilianti riguardo al suo comportamento con un amico comune e al suo abbigliamento.

Due giorni prima del tragico epilogo, il 4 gennaio, Falcone raggiunse Roberta nella loro abitazione. La giovane cercò aiuto chiamando ripetutamente il numero unico di emergenza, ma l’uomo distrusse il suo dispositivo telefonico, che da quel momento rimase inutilizzabile. La sera del 5 gennaio, poche ore prima che la ragazza venisse trovata morta, si verificarono ulteriori episodi di violenza.

Durante un tragitto in auto, secondo la ricostruzione investigativa, l’indagato lanciò del ghiaccio contro Roberta e la sbatté ripetutamente contro i cristalli della vettura. Tornati nell’appartamento, Falcone diede sfogo alla sua rabbia prendendo a calci mobili e oggetti, poi afferrò la compagna trascinandola per i capelli con tale violenza da strapparne una ciocca, mentre alcuni conoscenti assistevano impotenti alla scena.

Nella richiesta della Procura si sottolinea come questi comportamenti abbiano “reso invivibile la coabitazione, devastando l’equilibrio mentale della vittima”. Nonostante i fatti contestati, i magistrati non hanno ravvisato gli estremi dell’istigazione al suicidio. L’indagato è rappresentato dall’avvocato Giorgio Caroli.