Filippo Turetta rinuncia all’appello: “Accetto l’ergastolo”

Il 25enne condannato per l’omicidio di Giulia Cecchettin rifiuta il ricorso. Pesano l’aggressione in carcere e il no di Gino Cecchettin alla giustizia riparativa.

Venezia – Filippo Turetta, condannato – in primo grado – all’ergastolo per aver ucciso Giulia Cecchettin nel novembre 2023, ha scritto alla magistratura veneziana annunciando di voler ritirare il proprio appello. La comunicazione sarebbe stata recapitata sia agli uffici della Procura che alle Corti d’Assise e d’Appello.

La notizia, anticipata dal Corriere della Sera, rappresenta un cambio di rotta rispetto alla linea difensiva seguita finora. I legali del 25enne, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, avevano infatti contestato due elementi cruciali della condanna: la premeditazione e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo la ricostruzione dei giudici di primo grado, Turetta aveva organizzato nei dettagli l’aggressione mortale all’ex compagna, che aveva scelto di porre fine alla loro relazione.

Ora però l’imputato, recluso dal 25 novembre 2023, avrebbe scelto di accettare la pena più grave prevista dall’ordinamento italiano. Le motivazioni di questa scelta sarebbero molteplici e complesse. In primo luogo peserebbe il clima ostile che circonda la sua detenzione: l’aggressione fisica subita di recente nel carcere di Verona, le intimidazioni ricevute e l’attenzione costante dei media hanno reso la sua situazione sempre più difficile.

Ma c’è un altro elemento che avrebbe influenzato profondamente questa decisione: il rifiuto di Gino Cecchettin di aprire un percorso di giustizia riparativa. Il padre di Giulia ha infatti respinto ogni possibilità di confronto con l’omicida della figlia. Di fronte a questo muro, Turetta avrebbe maturato la convinzione che rinunciare a qualsiasi tentativo di riduzione della pena sia l’unico modo per dimostrare un autentico rimorso per quanto ha fatto.

La questione però non si chiude qui. Il processo davanti alla Corte d’Appello, fissato per il 14 novembre, si svolgerà ugualmente. La Procura di Venezia ha infatti presentato un proprio ricorso con cui chiede l’aggiunta di due aggravanti che non erano state riconosciute in primo grado: quella della crudeltà nelle modalità dell’omicidio e quella dello stalking ai danni della vittima. Saranno quindi i magistrati a valutare se questi elementi debbano essere inseriti nella sentenza definitiva.

La famiglia Cecchettin ha saputo della lettera di Turetta attraverso i giornali. I parenti di Giulia hanno fatto sapere di voler prima esaminare attentamente il contenuto e le implicazioni legali di questa rinuncia prima di esprimere una posizione ufficiale.